Resti umani ritrovati in una grotta dell'Etna, potrebbero essere di Mauro De Mauro: ipotesi al vaglio della Finanza
E' la pista che emerge durante la trasmissione "Chi l'ha visto?". "Sarà approfondita”, ha dichiarato il tenente colonnello Massimiliano Pacetto in diretta su Rai tre. Il giornalista scomparso 51 anni fa a Palermo potrebbe avere le caratteristiche dell'uomo ritrovato in un anfratto del vulcano
Potrebbero essere di Mauro De Mauro, il giornalista scomparso 51 anni fa a Palermo, i resti dell' uomo di circa 50 anni, alto circa un metro e settanta e con delle malformazioni congenite a naso e bocca, trovato da militari del Soccorso alpino della guardia di finanza di Nicolosi in una grotta dell’Etna. E' l'ipotesi formulata durante la trasmissione "Chi l'ha visto?". Il legale della famiglia di De Mauro ha contattato la guardia di finanza per chiedere informazioni. “Ipotesi che sarà approfondita”, ha dichiarato il tenente colonnello Massimiliano Pacetto in diretta su Rai Tre.
Dallo scenario che si è presentato ai militari del Soccorso alpino del comando provinciale di Catania, emerge che l’uomo indossava dei lunghi pantaloni scuri, una camicia chiara a righe, un leggero maglione di lana, una cravatta nera, una mantellina di nylon verde scuro, un cappello di lana con pon-pon e degli scarponcini Pivetta numero 41. Rinvenute anche delle monete metalliche del vecchio conio (le lire). "Ai fini del riconoscimento è inoltre utile riportare che l’uomo indossava al polso un orologio marca Omega con cinturino in tela ed aveva al seguito un pettine con custodia", si legge in una nota.
Cinquant'anni fa, il 16 settembre 1970, a Palermo il giornalista Mauro De Mauro veniva sequestrato e ucciso da un commando mafioso. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Una sparizione ancora avvolta nel mistero, legata probabilmente alle sue inchieste sulla mafia e non solo.
La richiesta della famiglia e le indagini
Il tenente colonnello della guardia di finanza Massimiliano Pacetto a CataniaToday ha chiarito il quadro attuale: "Stiamo raccogliendo e vagliando diverse segnalazioni, compresa quella proveniente dal programma Rai. Ci sono dei riscontri che vanno ovviamente verificati". La salma in questo momento si trova nell'obitorio dell'ospedale Garibaldi di Catania per gli accertamenti. "La famiglia De Mauro - prosegue il tenente colonnello - ci ha contattati tramite il legale e si è messa a disposizione"
De Mauro ha investigato a lungo sulla morte del presidente dell'Eni Enrico Mattei: le ipotesi più accreditate parlano di scoperte importanti su un complotto omicida che avrebbe dovuto riferire al regista Francesco Rosi, quest'ultimo stava realizzando proprio un film sulla storia - controversa e piena di coni d'ombra - della scomparsa dell'industriale italiano. Scomparsa avvenuta nel 1962 a causa di un incidente aereo: il suo mezzo privato, partito proprio da Catania, perse improvvisamente quota e si schiantò nella campagna pavese. Ecco perché Catania potrebbe essere il punto di congiunzione di storie che rappresentano due dei più grandi misteri italiani: Mattei, presidente Eni, e De Mauro, giornalista coraggioso, erano due persone scomode e - forse una stessa regia - avrebbe decretato la loro morte.
Lo scenario del ritrovamento
Dallo scenario che si è presentato ai militari del soccorso alpino del comando provinciale di Catania, sembra che l’uomo si sia introdotto volontariamente nell’anfratto, altrimenti difficilmente accessibile, e che sia morto per cause non violente. Le fiamme gialle sono ora all'opera per dare un nome ed un volto all'uomo che ha trovato la morte in fondo a quella grotta, verosimilmente tra la fine degli anni '70 e gli anni '90. Probabilmente in autunno o in inverno, visto l'abbigliamento. Le prime indagini scientifiche e l'esame del luogo del ritrovamento fanno ipotizzare che si tratti di un uomo di almeno 50 anni di età, alto circa 170 cm, con delle malformazioni congenite al naso ed alla bocca. Le attività investigative proseguono con i finanzieri che, oltre al soccorso, hanno anche il compito di documentare quanto avvenuto sui luoghi teatro di incidenti talvolta mortali e di svolgere le indagini delegate dall’autorità giudiziaria.
Chi era Mauro De Mauro
De Mauro, cronista de L’Ora, era nato a Foggia nel 1921. Furono diverse, all'epoca, le piste battute da polizia e carabinieri per risalire al contesto in cui maturò il sequestro. Tra le principali seguite dagli inquirenti spiccava quella relativa a notizie esclusive sulla morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, che il cronista aveva acquisito dopo un lungo lavoro di ricerca e che si accingeva a raccontare sulle colonne del quotidiano del pomeriggio. Venne tenuta in considerazione anche la pista cosiddetta del “golpe Borghese”.
De Mauro, la sera in cui fu rapito aveva appena posteggiato la sua auto, una Bmw, accanto al portone d’ingresso del palazzo in cui abitava, in viale delle Magnolie. I sicari di mafia gli tesero una trappola. Da quel momento De Mauro scomparve nel nulla. Poche ore dopo la denuncia di scomparsa la sua auto fu ritrovata in via Pietro D’Asaro nella zona di via Dante, sempre a Palermo. Secondo alcuni collaboratori di giustizia i resti del giornalista rimasero sepolti per diversi anni sotto un ponte del fiume Oreto e successivamente rimossi e bruciati su ordine dei capimafia.
La scoperta dei resti è avvenuta nel corso di una delle frequenti esercitazioni nel territorio di Zafferana Etnea, che coinvolge anche le unità cinofile. Il cane da ricerca e soccorso Halma, un brillante pastore tedesco specializzato anche in operazioni di ricerca cadaverica, abbaiava e dava evidenti segni di interessamento nei pressi di una grotta presente nella zona delle operazioni, attirando insistentemente l’attenzione del suo conduttore.
Fonte: CataniaToday