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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il riconoscimento

Il Premio Valarioti-Impastato all'ex questore Renato Cortese: "Rappresenta l'Italia migliore di cui andare fieri"

Il riconoscimento, giunto ormai alla sesta edizione, gli è stato conferito con questa motivazione. La consegna nel liceo Piria di Rosarno

"Uomo delle istituzioni che con dignità e onore porta avanti i valori che hanno contraddistinto la sua vita di servitore dello Stato, rappresentando l'Italia migliore di cui andare orgogliosi". Con questa motivazione è stato conferito a Renato Cortese, ex questore di Palermo ed ex capo dello Sco della polizia, il premio Valarioti-Impastato giunto ormai alla sesta edizione. Il riconoscimento, consegnato nel liceo Piria di Rosarno, è dedicato al segretario del Pci di Rosarno ucciso nel 1980 e a Peppino Impastato, giornalista e conduttore radiofonico di Cinisi ucciso nel 1978 per la sua battaglia contro Cosa nostra.

L’ex questore, tra i protagonisti della cattura di vari latitanti di mafia tra i quali Bernardo Provenzano, ha posto come priorità - è stato detto sul palco - "l'impegno contro la criminalità organizzata", affermando che "l'illegalità e il crimine si combattono non solo con gli apparati repressivi. È soprattutto un fatto culturale”. Cortese, oggi sostituito dal collega Leopoldo Laricchia, è stato questore a Palermo dal 2017 sino a metà ottobre del 2020, come conseguenza della condanna in primo grado per il caso Shalabayeva. La sentenza è stata impugnata e il processo presso la corte d'Appello di Perugia comincerà il prossimo 17 gennaio.

Prima di diventare questore, Renato Cortese ha dato la caccia e arrestato boss della ‘Ndrangheta, "colletti bianchi", magistrati collusi e latitanti di primissimo piano, fino alla cattura di Bernardo Provenzano. In Sicilia, coi suoi uomini, ha scovato gente del calibro di Gaspare Spatuzza, Enzo e Giovanni Brusca, Pietro Aglieri, Benedetto Spera e Salvatore Grigoli. Ma la preda più ambita resta senza dubbio il padrino di Cosa nostra, acciuffato dopo 43 anni di latitanza e dopo 42 giorni e notti d’appostamenti e otto anni di indagini.

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