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Cronaca

“Nessuna tangente a Lo Bosco”, ma Campione torna in Procura e conferma

L'imprenditore agrigentino, arrestato insieme all'ex presidente di Rfi, avrebbe negato a un giovane quanto denunciato in Procura. Ma lo avrebbe fatto solo perchè lo aveva visto piangere. Poi, resosi conto di essere stato registrato, ha voluto riaffermare il pagamento delle mazzette

Campione torna in Procura per confermare di aver pagato delle tangenti all’ex presidente di Rfi. L’imprenditore agrigentino, arrestato insieme a Dario Lo Bosco e ai dirigenti della Forestale Giuseppe Quattrocchi e Salvatore Marranca nell’ambito dell’operazione “Black list”, sarebbe stato avvicinato da una persona che lo avrebbe registrato di nascosto e a cui avrebber detto che si trattava di una farsa. Un modo per alleggerire la propria posizione giudiziaria a seguito di "pressioni familiari".

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Dopo la registrazione "pirata" Massimo Campione ha voluto essere ascoltato nuovamente, in presenza del suo avvocato Nino Caleca, dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Claudio Camilleri, ribadendo che le accuse fatte e le informazioni fornite sino ad ora sono vere. Avrebbe dunque pagato delle mazzette a Quattrocchi e Marranca, e tramite loro anche a Lo Bosco, per assicurarsi l'aggiudicazione di un appalto pubblico da 26 milioni di euro e che tutto filasse liscio sino al termine dei lavori.

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Ad avvicinarlo sarebbe stato un giovane, vicino allo stesso Lo Bosco, al quale Campione avrebbe smentito quanto denunciato in Procura dopo essere stato fermato a bordo della sua auto, dove sono stati trovati documenti compromettenti che facevano parte del suo "libro mastro" delle tangenti. L’imprenditore, vedendo il giovane quasi in lacrime, lo avrebbe fatto per "pietà". Ma una volta resosi conto di essere stato registrato ha deciso di tornare in Tribunale e riconfermare tutte le accuse mosse sino ad oggi.

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