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Cronaca

Truffe informatiche e straordinari mai fatti: così sparivano 700 mila euro

Dalle indagini è emerso la mente di tutto era Emanuele Currao, il funzionario riusciva ad alterare il sistema informatico per spostare somme a proprio piacimento. I dipendenti si sarebbero appropriati anche dei soldi di un progetto alla memoria Dalla Chiesa

Emerge un quadro allarmante sulla "mancanza di controlli interni dei sistemi informatici della Regione", che ha permesso a funzionari e dirigenti dell'assessorato alla Formazione di spostare somme per un ammontare di 700 mila euro. Questo l'allarme lanciato dal procuratore aggiunto Francesco Messineo commentando l'operazione "Iban" che oggi ha portato all'arresto di 13 dipendenti regionali e due imprenditori (LEGGI I NOMI). Si è scoperto inoltre che l'accredito di ingenti somme nei conti correnti per ore di straordinario mai fatte: in certi casi risultavano a lavoro fino alle ore 23, quando in realtà erano a casa. Tra le somme di cui i dipendenti "infedeli" della Regione si sarebbero appropriati ci sono anche quelle destinate ad un progetto alla memoria del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

(LA POSIZIONE DI CARMELO ZANNELLI E' STATA ARCHIVIATA - "ESTRANEO AI FATTI")

Le indagini sono partite dalle denunce fatte da alcuni privati, destinatari legittimi delle somme incriminate, dal dirigente protempore del Dipartimento dell'Istruzione e Formazione Professionale Ludovico Albert e da un dirigente dello stesso dipartimento, Marcello Maisano. Nei loro uffici era arrivata una diffida per il mancato pagamento di 100 mila euro in favore di una società di servizi. I primi accertamenti della dirigenza hanno permesso di verificare che l'Iban del conto corrente dove arrivarono i soldi era intestato ad un soggetto diverso dal reale beneficiario, ossia un'attività commerciale di rivendita di legname, intestata a Mario Avara. La dirigente Concetta Cimino, che attualmente non è più in servizio, ne ha chiesto la formale restituzione facendo riferimento ad un errore del sistema informatico. Ma questo era solo l'ennesimo bonifico versato nelle casse di Avara anziché in quello della società Tecnostruttura.

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FALSIFICAZIONI DIGITALI - "Il perno centrale dell'operazione è Emanuele Currao - spiega il procuratore Francesco Messineo - che tramite delle 'catene di Sant'Antonio al contrario' è stato capace di muovere i flussi economici soddisfacendo, anche con notevoli ritardi, le aspettative dei privati, legittimi o illegittimi". La reiterata appropriazione di fondi pubblici avveniva grazie alla sostituzione dell'Iban dei beneficiari al momento dell'inserimento dei dati sui server della Regione Siciliana. La Cimino avrebbe messo a disposizione le proprie credenziali d'accesso (smart card, pin e password) ai sistemi informatici della Regione, i cosiddetti Sic, per consentire al Currao di operare indisturbato. Quest'ultimo, oltre a trarne vantaggio personale, ha coinvolto l'imprenditore Avara, che ha fornito al Currao i materiali per la costruzione di una vi in legno a Sciacca posta sotto sequestro. "Siamo rimasti increduli - spiega Pierangelo Iannotti, colonnello dei carabinieri - di fronte alla mancanza di controlli lungo la filiera di pagamento, resa possibile dall'indifferenza di dirigenti e funzionari".

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GLI "STAKANOVISTI" - Attraverso lo stesso modus operandi, Currao è riuscito a canalizzare somme di denaro in favore di altri dipendenti dello stesso dipartimento per un totale di 120 mila euro. L'appropriazione indebita si ricollega ad un progetto per la legalità intitolato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. "Currao era riuscito a fare risultare orari di lavoro non veritieri per prestazioni mai effettuate", spiega il capitano dei carabinieri Amorosi.

VIAGGI DI FORMAZIONE - E' ancora una volta "l'abilità" di Currao ad essere protagonista dello spostamento di circa 35 mila euro, provenienti dai fondi dello stesso progetto, per il titolare di un'agenzia di viaggi che aveva organizzato una trasferta di funzionari, tra cui anche Currao, in America Latina per la missione Pacef Urbal III, finanziata con fondi europei. L'agenzia in questione si sarebbe fatta pagare due volte: nella prima occasione tramite un bonifico dove si specificava una causale falsa, nella seconda tramite un decreto ingiuntivo richiesto da Currao. Quest'ultimo, poi, girò sul proprio conto corrente 42 mila euro.

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VENETO TRUFFATO - Un altro significativo spostamento illecito di denaro pubblico riguarda la regione nordica, creditrice di 200 mila euro. Currao era riuscito ad accreditare la somma nelle casse di una società appaltatrice dell'assessorato alla Formazione, la A.M. Ufficio srl, falsificando le lettere inviate dall'amministrazione e alterando l'Iban. "Ciò è stato reso possibile - spiega il procuratore Leonardo Agueci - dalla tempistica delle pubbliche amministrazioni. La Regione Veneto non poteva avere alcuna 'fretta' nel richiedere i soldi, e l'organizzazione ha approfittato di questo". Due funzionari dell'assessorato che avevano il compito istruire le pratiche, Gualtiero Curatolo e Marco Inzerillo, hanno fatto vincere irregolarmente appalti per forniture di servizi a ditte intestate a persone loro vicine. I capitoli di spesa da cui veniva prelevati i soldi riguardavano non solo i fornitori di servizi istituzionali, ma anche fondi per le scuole e per le prestazioni lavorative di professionisti che collaboravano con la Regione. (vedere foto in allegato)

Dunque un altro scandalo avvolge l'assessorato alla Formazione e i fondi comunitari "mettendoci in imbarazzo davanti agli occhi dell'Unione Europea che ci chiede che utilizzo se ne faccia", spiega Messineo. Il contorto meccanismo per appropriarsi del denaro mette in luce delle carenze da "colmare attraverso sistemi di controllo operati da organismi esterni - continua il procuratore -. Va detto, però, che di fronte ad un reato omissivo sono tante le denunce che vengono fatte grazie al processo virtuoso promosso dalla nuova amministrazione regionale".

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