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Cronaca

Stop al reddito di cittadinanza, è allarme: "Ci sono 26 mila palermitani in ansia"

Il vicepresidente della prima circoscrizione Antonio Nicolao e il consigliere comunale Marcello Susinno hanno capeggiato una delegazione che ha incontrato il sottosegretario al Lavoro Steni Di Piazza, anche lui palermitano: "Sollecitare il governo per assicurare almeno la continuità fino a dicembre senza lo stop"

Reddito di Cittadinanza. Al 30 settembre stop di un mese per chi lo percepisce da 18 mesi. Nicolao e Susinno con una delegazione incontrano il sottosegretario Di Piazza per chiedere un provvedimento che scongiuri l’interruzione.

A fine mese scatterà la sospensione del contributo per chi ha fatto istanza per ottenere il sussidio nel mese di marzo 2019. "La sospensione prevista è di un mese ma temiamo che lo stop potrebbe ulteriormente allungarsi in relazione alla ripresentazione delle istanze", dicono in una nota il vicepresidente della prima circoscrizione Antonio Nicolao e il consigliere comunale Marcello Susinno, che sabato scorso hanno capeggiato una delegazione che ha incontrato il sottosegretario al Lavoro Steni Di Piazza - anche lui palermitano - con l’intento di sollecitare il governo affinché con un provvedimento si possa assicurare almeno la continuità fino a dicembre senza l’interruzione.

"La questione non è di poco conto - spiegano Nicolao e Susinno – tenuto conto che in provincia di Palermo sono coinvolti circa 26 mila percettori, molti dei quali fanno parte della città. Il sottosegretario Di Piazza si è fatto carico di verificare la tematica per gli eventuali approfondimenti del caso con il Ministro. La questione non è di poco conto, soprattutto in questo particolare momento dove appare quanto mai necessario evitare scompensi economici sulle famiglie già alle prese di pesanti ricadute economiche causate dalla situazione emergenziale del Covid. Nell’ambito dell’incontro stesso i percettori hanno manifestato al sottosegretario Di Piazza la loro volontà, nel rispetto della cosiddetta “fase 2”, di voler dare un contributo attivo per le rispettive comunità con l’avvio dei P.U.C. (progetti utili alla collettività) piuttosto che poltrire sul divano senza fare nulla e percepire il reddito a sbafo". "In città si è avviato un ragionamento in tal senso pur tra le difficoltà del Covid, anche se, riteniamo, che verosimilmente risulterebbe complicato arrivare al coinvolgimento massiccio della platea dei percettori", concludono Nicolao e Susinno.

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