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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Piccole somme, aperitivi e cene", ecco come veniva pagato il funzionario dell'Inps per i suoi "servigi"

I retroscena dell'inchiesta "Interrogazione a sorpresa". Santo Di Lorenzo, poi licenziato dall'ente, avrebbe ammesso le sue responsabilità: "L'ho fatto per un amico imprenditore nel settore del recupero crediti". Quest'ultimo, indagato ed interdetto per 6 mesi, ha precisato: "I nominativi su cui acquisire dati mi venivano forniti da un avvocato..."

Una cena, un aperitivo, piccole somme di denaro (20 o 30 euro). E' questo che avrebbe percepito l'ex funzionario dell'Inps di Palermo, Santo Di Lorenzo, in cambio dei preziosi dati che avrebbe fornito - con centinaia di accessi abusivi alla banca dati dell'ente previdenziale - ad agenzie di recupero crediti. L'indagato è stato prima sospeso e poi licenziato e, come ricostruisce il gip Fabio Pilato nell'ordinanza con cui ha disposto misure interdittive e sequestri, avrebbe ammesso le sue responsabilità, pur negando però di aver ottenuto denaro o regali in cambio dei suoi "servigi".

L'inchiesta "Interrogazione a sorpresa" della guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, è nata proprio da una segnalazione dell'Inps che aveva notato gli accessi spropositati al sistema informatico (sarebbero in tutto 6.129) da parte del funzionario. Sentito dagli inquirenti, Di Lorenzo aveva poi ammesso le sue responsabilità, ma sostenendo di aver agito su espressa richiesta di "un amico", ovvero l'imprenditore Giovanni Lentini pure lui sotto inchiesta, assieme alla moglie, titolare della "To.Ke Credit" (di cui è stato disposto il sequestro), ed interdetto per 6 mesi dall'attività imprenditoriale.

Il funzionario infedele: "L'ho fatto per un amico..."

"Ho effettuato tale attività di consultazione (nella banca dati, ndr) - afferma Di Lorenzo - su espressa richiesta di un amico, Giovanni Lentini. Ricevevo le richieste delle posizioni da estrarre via mail, whatsapp o in altro modo. Una volta effettuate le interrogazioni informatiche restituivo al signor Lentini le risposte che mi venivano richieste. Sono sicuro che Lentini percepisca un compenso per le informazioni fornite agli avvocati con i quali collabora, ma io non ho percepito nulla e ho effettuato quanto richiesto solo per amicizia e buona fede".

L'imprenditore: "Ho ricevuto informazioni riservate..."

Anche Lentini "ha riconosciuto - come scrive il gip nell'ordinanza - di aver ricevuto informazioni riservate su talune pratiche in cambio di qualche regalia". Inoltre, l'imprenditore nel settore del recupero crediti ha dichiarato di aver conosciuto Di Lorenzo "grazie a un avvocato che collabora con la società della moglie. Venuto a conoscenza del ruolo ricoperto da Di Lorenzo all'Inps - riporta ancora il giudice - Lentini gli aveva chiesto, in qualche occasione, di verificare chi fosse il datore di lavoro di alcuni soggetti identificati come debitori, in modo da consentire all'avvocato di predisporre gli atti di pignoramento presso terzi da indirizzare a loro".

Il ruolo dell'avvocato

L'imprenditore ha spiegato agli inquirenti: "Quando c'è da recuperare un credito la To.Ke redige una lettera 'bonaria' nei confronti di un dato soggetto debitore per cercare di recuperare il credito vantato (...) Se la lettera non raggiunge il suo scopo, l'avvocato avvierà il procedimento giudiziario (...) E' proprio in tale frangente che interviene la figura di Di Lorenzo: dopo avergli fornito il nominativo del soggetto debitore di interesse, attraverso delle visure effettuate dal medesimo a banche dati - immagino in uso all'Inps - ricevo dettagliate informazioni sulla posizione lavorativa del soggetto in questione".

"Non esiste un tariffario, gli pago l'aperitivo..."

Inoltre, Lentini avrebbe chiarito anche le modalità di "pagamento" del servizio che gli avrebbe fornito l'ex funzionario dell'Inps: "Non c'è un vero e proprio tariffario per il servizio che Di Lorenzo ci rende. Capita però di corrispondergli delle regalie in denaro una tantum, 30 euro, talvolta 20, qualche volta gli offro la cena e così via". Successivamente, sentito con l'assistenza di un avvocato, ha però precisato: "Non ho mai pagato somme di denaro a Di Lorenzo per le visure fornitemi. E' capitato di offrirgli delle cene, degli aperitivi e così via, ovviamente anche Di Lorenzo ricambiava con l'offerta di cene e aperitivi nei miei confronti".

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