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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Reato di tortura, poliziotti protestano in piazza: "Adesso ogni mascalzone può accusarci"

Agenti in piazza anche a Palermo contro il ddl sull'introduzione del reato. Poliziotti (liberi dal servizio) "a spasso" con pettorine identificative "per sensibilizzare l'opininione pubblica sui gravissimi rischi professionali cui incorrerebbero i tutori dell'ordine"

Il ministro degli Interni Angelino Alfano lo ha detto con chiarezza: "Dobbiamo avere un reato contro la tortura in Italia ma non deve essere concepito come un reato contro le forze di polizia". Ma non si è fermato qui, definendo i fatti della scuola Diaz, datati 2001, un "capitolo chiuso". Oggi è arrivata la "risposta" del sindacato autonomo di polizia siciliano che, in simbiosi con le manifestazioni di Roma e Milano, ha deciso di protestare coinvolgendo anche a Palermo. 

Organizzato un sit-in di protesta davanti alla prefettura del capoluogo, con annesso volantinaggio nelle piazze Politeama e Massimo, oltre alle zone limitrofe. Poliziotti (liberi dal servizio) "a spasso" con pettorine identificative "per sensibilizzare l’opininione pubblica - si legge in una nota - sui gravissimi rischi professionali cui incorrerebbero i tutori dell’ordine se fosse approvato l’articolato legislativo che introduce nel nostro ordinamento penale il reato di tortura, ancora in discussione al Senato della Repubblica e già approvato alla Camera dei deputati".

Il Sap ricorda che la proposta di legge C. 2168, già approvata al Senato e finalizzata all'introduzione del reato di tortura, prevede il concetto di "acute sofferenze psichiche" che "ogni mascalzone potrà utilizzare per accusarci, lamentando di averle patite queste 'sofferenze', anche se non sono oggettivamente rilevabili. Ci rendiamo conto di che cosa potrà accadere durante qualsiasi servizio di volante, durante un ordine pubblico o un arresto?"

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