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Cronaca Via Ernesto Basile

Università, rapine violente in serie: sgominata banda, tre arresti

Hanno terrorizzato la zona di via Basile compiendo tre assalti in 10 giorni: due ai danni di una pasticceria e uno contro un negozio di telefonia. I tentativi di reazione dei dipendenti neutralizzati con la violenza. Un'anziana scaraventata al centro del locale

Fermati tre uomini con l’accusa di rapina. Secondo la polizia sono loro i membri di un commando che nel giro di dieci giorni, dal 15 al 24 maggio, ha terrorizzato la zona attorno all’università mettendo a segno tre violente rapine. Il provvedimento è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di Pietro Ferdico, 59 anni, Giovanni Di Liberto di 49 ed M.R. di 34. (GUARDA IL VIDEO)

Le indagini dei poliziotti che hanno portato all’applicazione del provvedimento restrittivo hanno preso in esame tre violente rapine compiute in un ristretto arco temporale. Il 15 maggio un malvivente col volto coperto da uno scaldacollo ha fatto ingresso nei locali di una pasticceria armato di coltello. Dopo aver scoraggiato alcuni tentativi di reazione di una dipendente e di un avventore occasionale dell’esercizio, è riuscito a prelevare dalla cassa 350 euro.

Il 17 maggio il secondo raid compiuto sempre in danno della stessa pasticceria, ma stavolta ancor più violento e ad opera di due persone. Mentre uno dei malviventi ha puntato direttamente alla cassa, l’altro è rimasto sulla soglia dell’esercizio. Ha tranquillizzato gli avventori sulla loro incolumità ed ha fornito al complice preziosi dettagli per il compimento della rapina, scandendo letteralmente il tempo con un vero e proprio conto alla rovescia. Le fasi della rapina sono state rese particolarmente cruente dall’aggressione all’anziana titolare del bar, presa per il bavero della camicia e scaraventata verso il centro del locale. L’estrema reazione improvvisata a colpi di scopa da una dipendente, dettata dalla volontà di difendere la titolare e dall’esasperazione per la rapina subita appena 48 ore prima, è stata neutralizzata anche in questo caso con la violenza da uno dei due malviventi. L’uomo è riuscito infatti a strappare la scopa dalle mani della dipendente e l’ha allontanata bruscamente dalla zona della cassa. I due sarebbero successivamente fuggiti con un bottino di 300 euro.

L’ultimo colpo il 24 maggio. Tre malviventi, in questo caso coperti da calzamaglia e berrettini scuri, in orario di chiusura hanno fatto ingresso nei locali di un esercizio di telefonia di via Ernesto Basile. Il commando di rapinatori ha sorpreso due dipendenti, un uomo ed una donna, e li ha letteralmente terrorizzati con dei taglierini. I due sono stati costretti ad assistere impotenti alla razzia della cassa da cui i complici hanno portato via la cifra di 280 euro.

Rapina vodafone-2I poliziotti del commissariato Porta Nuova, hanno subito capito che, al di là della territorialità, più di un particolare accomunasse gli assalti. Decisive le immagini delle tre rapine girate dalle telecamere interne dei due esercizi. Esse, oltre che della particolare violenza portata dai malviventi, hanno dato conto di travisamenti molto parziali di almeno due dei tre rapinatori. Il profondo radicamento sul territorio dei poliziotti del Commissariato di zona ha fatto il resto, consentendo l’individuazione di due dei tre componenti della batteria di rapinatori.

I due fermati infatti sono infatti soggetti gravati da plurimi precedenti penali, conosciuti perché più volte sottoposti a controlli di polizia e a misure alternative alla detenzione. Dalla visione delle immagini è così emerso come Ferdico abbia partecipato a tutte e tre le rapine, la prima in solitario, e Di Liberto alla seconda ed alla terza.

A distanza di poche settimane, personale di polizia dello stesso ufficio, a seguito di accurate attività investigative, è riuscito ad individuare anche il terzo componente del commando, colui che è accusato di aver partecipato soltanto alla rapina in danno dell’esercizio di telefonia.
M.R., 34enne palermitano, è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari.

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