Rapinatore colpisce in piazza Florio, la vittima: "Mi ha dato un pugno e mi ha rubato l'iPhone"
Un diciottenne ha denunciato alla polizia l'episodio avvenuto sabato sera, davanti a un hotel. "Un tizio si è seduto dietro di me sullo scooter, voleva rubarmelo. Poi mi ha minacciato dicendo che mi avrebbe ammazzato se non gli avessi dato il cellulare". Indaga la polizia
Stava raggiungendo i suoi genitori e si trovava ancora sullo scooter, fermo, quando un rapinatore si è seduto dietro di lui e lo ha colpito con un pugno e minacciato, costringendolo alla fine a consegnargli il suo iPhone X. E’ successo sabato sera, poco prima delle 22, a un diciottenne che si trovava in piazza Ignazio Florio, a Borgo Vecchio. Sul posto, su segnalazione alcuni passante, sono intervenute le volanti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico ma il giovane, la mattina successiva, è andato a sporgere formale denuncia in commissariato.
"Ero vicino a un hotel - ha riferito il diciottenne alla polizia - e stavo facendo una telefonata. Un tizio si è seduto nella parte posteriore della sella e con tono minaccioso mi ha ordinato di spostarmi, afferrando le mie mani per avviare la moto. Istintivamente ho tirato il freno evitando di farmi rubare il motorino. A quel punto mi ha minacciato dicendo che mi avrebbe ammazzato se non gli avessi dato il cellulare, afferrandolo dopo avermi colpito con un pugno al fianco destro. Poi è scappato in direzione Borgo Vecchio".
Secondo la descrizione fornita dal diciottenne alla polizia, il suo rapinatore era un uomo di circa 30 anni che indossava una maglietta e un paio di pantaloncini corti, alto più o meno un metro e 75 centimetri, con capelli lunghi fino al collo e occhi scuri. "Facendo una ricerca con la localizzazione del dispositivo - ha aggiunto il giovane alla polizia - l'ultima posizione registrata è proprio una strada di Borgo Vecchio". La polizia ha avviato le indagini e acquisito le immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza.
"Mi sono ritrovato le mani dell’aggressore sulle mie - conclude infine il diciottenne - perché voleva accelerare per fare partire il motorino. Io sono riuscito con una gomitata a evitare il peggio ma di fronte alle minacce di morte ho dovuto necessariamente consegnare il mio cellulare. Ho deciso di condividere questa mia esperienza perché potrebbe essere d’aiuto per la gente che si trova a passare nella stessa zona in cui ho subito tutto ciò".