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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Libertà / Via della Libertà

La rapina da 30 mila euro davanti a Gucci, le intercettazioni: "Mi accollo tutto io"

Dall'ordinanza che ha portato a due arresti emergono i retroscena del colpo del 22 dicembre, ripreso quasi minuto per minuto dalle telecamere. Uno degli indagati diceva all'altro, che ha respinto le accuse: "Io non ti conosco, non ti preoccupare". Inoltre la vittima sarebbe stata anche minacciata: "Mi hai rovinato, ora pagami l'avvocato"

Le varie fasi della rapina da 30 mila euro commessa ai danni di un giovane imprenditore non lontano dalla boutique Gucci sono state immortalate minuto per minuto dalle telecamere di sorveglianza che si trovano in via Libertà. Sono soprattutto queste immagini del 22 dicembre ad incastrare, secondo il gip Paolo Magro, Garbiele Faulisi, Giuseppe Cascino (per i quali il giudice ha disposto gli arresti domiciliari) e P. N. (che è stato sottoposto solo all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). Ma nell'inchiesta sono entrate anche diverse conversazioni tra i tre. In una Faulisi (difeso dall'avvocato Francesco Lo Nigro) diceva a Cascino: "Non ti preoccupare mi accollo tutte cose io (...) tu non c'entri l'ho fatto io, sono stato io, me l'accollo io". Ed è poi ciò che effettivamente ha sostenuto anche davanti al gip, escludendo la partecipazione di Cascino che, a sua volta, ha del tutto negato di aver partecipato al colpo.

Il pranzo a Mondello e il prelievo dei soldi

Dall'ordinanza di custodia cautelare emergono tutti i particolari e, a gettare sospetti su Cascino (difeso dall'avvocato Giovanni Castronovo) sono anche le ragazze che erano con gli indagati, che hanno riferito che sarebbero state invitate a non dire la verità e a non fornire indicazioni precise alla polizia. Secondo gli inquirenti, il 22 dicembre la vittima aveva incontrato Cascino a Mondello, dove avrebbero pranzato insieme alle ragazze. L'imprenditore avrebbe pagato per tutti, poi sarebbe tornato a casa per prendere 33 mila euro (una somma che il padre defunto, a suo dire, aveva messo da parte per eventuali necessità) e poi avrebbe incontrato due delle ragazze in via Libertà intorno alle 17.45.

L'aperitivo e la rapina 

Il gruppo avrebbe prima preso un aperitivo ed è in questa circostanza, per la Procura, che l'imprenditore avrebbe mostrato i soldi alla ragazza sulla quale avrebbe voluto fare colpo, tanto che lei avrebbe proposto di fare shopping insieme. Sarebbe stata la vittima a dire alla ragazza di chiamare Cascino, che poi li aveva raggiunti. All'uscita di Gucci, mentre l'imprenditore si rimetteva il giubbotto e avrebbe stretto la pochette con i soldi tra le gambe, era entrato in azione il rapinatore, che era riuscito a portarla via.

La vittima: "Cascino ha rallentato al posto di bloccare il bandito"

La stessa vittima ha riferito agli inquirenti di aver inseguito il bandito, finché non erano caduti e l'indagato aveva colpito l'imprenditore con calci e pugni per liberarsi e fuggire. Anche Cascino avrebbe "apparentemente", come scrive il gip, inseguito il rapinatore, ma, come ha raccontato il giovane derubato "vedevo Giuseppe che correva verso il malvivente, e quando questi iniziava a camminare, anche Giuseppe decideva di rallentare invece di approfittarne per bloccarlo. La cosa mi stranizzava e urlavo verso Giuseppe nel tentativo di incitarlo a non desistere dall'inseguirlo". Una volta caduto, come ha riferito alla polizia, "il malvivente mi colpiva più volte con calci e pugni ai quali per difendermi rispondevo, ma lui riusciva a scappare, l'ho inseguito fino a quando Cascino si poneva davanti a me impedendomi di vederlo e di continuare a inseguirlo".

Una delle ragazze: "Cascino mi ha chiesto più volte se la vittima avesse i soldi con sé"

La ragazza ha invece spiegato agli investigatori che Cascino quel giorno le avrebbe rivolto spesso domande per essere sicuro che la vittima fosse con loro e che avesse effettivamente il denaro con sé, spiegando che dopo la rapina Cascino "non sembrava molto interessato" a fermare il bandito, tenendo un passo lento. L'altra ragazza le avrebbe poi riferito che Cascino le avrebbe detto di non fornire indicazioni agli investigatori.

L'altra ragazza: "Cascino mi ha detto di non dare indicazioni alla polizia"

Questa seconda testimone ha poi descritto il comportamento di Cascino "come sospetto" e l'indagato le avrebbe più volte impedito di fornire informazioni ai poliziotti mentre cercavano di ricostruire il percorso compiuto dal rapinatore, dando lui indicazioni errate, in particolare sui luoghi. Tutte queste circostanze sono state negate da Cascino durante l'interrogatorio di garanzia: l'indagato si è infatti detto estraneo ai fatti ed ha spiegato di aver invece aiutato la vittima e di non conoscere Faulisi.

Le telecamere e il colpo ripreso minuto per minuto

Le immagini delle telecamere di sorveglianza consentono di ricostruire minuto per minuto l'accaduto. Come riporta il gip nell'ordinanza alle 18.39 si vedono i cinque ragazzi davanti al negozio Gucci; alle 18.44 Cascino rimasto solo all'esterno con una delle ragazze che utilizza il telefonino; alle 18.47 Cascino che entra ed esce dopo circa un minuto dal negozio; alle 18.55 il gruppo si riunisce e alle 18.56 attraversa via Libertà. Dopo un minuto passano tutti sotto le telecamere della pizzeria "Da Michele". Subito dopo vengono immortalati due giovani di cui uno vestito di scuro e un altro con un vistoso giubbotto rosso, pantaloni rossi e cappello bianco. Alle 18.58 il gruppo passa davanti al Carrefour, seguito dai due sconosciuti (Faulisi e P. N., secondo l'accusa). Alle 18.59 Cascino si unisce ai due coi quali scambia qualche parola per poi tornare con gli altri. Pochi minuti dopo, intorno alle 19.01 le telecamere di "Pizzo&Pizzo" in via XII Gennaio riprendono la fuga dei due rapinatori e l'inseguimento della vittima, con Cascino, "il quale agiva in modo tale da rendere maggiormente difficoltosa la corsa del derubato".

I contatti tra gli indagati il giorno del colpo

I due "sconosciuti" sono stati identificati grazie ai contatti contenuti nel cellulare di Cascino. Analizzando i telefoni dei tre sarebbe poi emerso che prima della rapina, alle 16.30, Faulisi avrebbe contattato P. N. La cella di via Libertà sarebbe stata agganciata dal telfono di Faulisi alle 18.50, ma anche da quello della vittima. Alle 19.03 P. N. avrebbe contattato Faulisi e intorno alle 22.57 Cascino avrebbe ricevuto il messaggio "Peppe ci sei" da Faulisi. Quest'ultimo avrebbe poi cercato di contattare Cascino anche il giorno dopo e poi avrebbe smesso di utilizzare quell'utenza telefonica.

"E' stato Cascino a dirci che il ragazzo aveva dei soldi e a proporre la rapina"

Elementi impotanti per l'inchiesta sono venuti fuori anche dalle perquisizioni: a casa di Faulisi sarebbero stati ritrovati gli abiti indossati al momento del colpo. Idem a casa di P. N., che avrebbe anche aggiunto che quel giorno era andato in centro con Faulisi per comprare dei regali e che in via Libertà erano stati avvicinati da Cascino che avrebbe riferito loro che l'imprenditore che era con lui aveva un'ingente quantità di soldi in una pochette e che Cascino avrebbe proposto di derubarlo, entrando in azione quando lui si sarebbe avvicinato alla vittima.

"Io non ero d'accordo, è stato Faulisi a rubare la pochette"

Secondo P. N., Faulisi si sarebbe detto disponibile a mettere a segno il colpo mentre lui no e sarebbe stato Faulisi a rubare la pochette e lui anziché aiutare Faulisi avrebbe deciso di andare in via Notarbartolo. Poi P. N. avrebbe chiesto a Faulisi a quanto ammontava il bottino, dicendogli che non sarebbe stato interessato ai soldi. Faulisi a quel punto gli avrebbe chiesto di cancellare il suo numero dalla rubrica e tutti i messaggi scambiati.

"I numeri i vosero iddi"

Importanti sono risultate anche alcune intercettazioni compiute a un mese dalla rapina, il 22 gennaio. Cascino si giustificherebbe con P. N. e Faulisi del fatto che erano stati identificati, dicendo che "in sostanza tutti i numeri i vosero iddi (i poliziotti, ndr)". Avrebbe poi consigliato a Faulisi di mentire sullo smarrimento di un cellulare per giustificare il cambio di numero.

"Non ti preoccupare, mi accollo tutto io"

In quella stessa circostanza, però, P. N. confermava a Faulisi di aver detto agli investigatori "la verità", chiedendo che venisse confermato che non avesse preso soldi. Faulisi a sua volta sosteneva di non conoscere Cascino e poi di essere consapevole che ci fossero "le microspie". P. N. sosteneva che la sua posizione "dipende quello che dite voi... Io più di dirti spero... no che difendi però che dici come sono andate le cose". E Faulisi diceva: "Non ti preoccupare mi accollo tutte cose io (...) tu non c'entri l'ho fatto io, sono stato io, me l'accollo io", ma rimarcando di non aver guadagnato nulla dalla rapina.

La chiamata alla vittima: "Mi hai rovinato, pagami l'avvocato"

Infine, sempre secondo gli inquirenti, Cascino avrebbe contattato direttamente l'imprenditore derubato dicendogli che l'aveva "rovinato e che doveva pagargli l'avvocato e comprargli un nuovo cellulare".

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