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Cronaca Zen

Prete dello Zen picchiato e rapinato: arrestato il terzo uomo del raid in casa di don Pertini

Si tratta di un 25enne. I fatti risalgono al 27 dicembre scorso, quando un commando - armato di pistola - rubò oggetti sacri in chiesa, per poi svaligiare la casa del prete (costretto a inginocchiarsi) e accanirsi anche sui genitori

Individuato e arrestato anche il terzo componente del commando protagonista quasi un anno fa di un raid in casa di padre Miguel Pertini, sarcedote argentino della parrocchia di San Filippo Neri allo Zen. Si tratta di Nicolò Bondì, 25 anni, finito in manette con l'accusa di rapina aggravata in concorso. Il ragazzo - dello Zen -  è stato trovato in una villetta fuori città: qua si era rifugiato per sfuggire alle indagini dei poliziotti ormai sulle sue tracce.

L'arresto di Bondì arriva a distanza di pochi giorni dalla cattura del complice Giovanni Caviglia. Nella tarda serata di ieri, i poliziotti della Mobile e del commissariato San Lorenzo hanno circondato la villetta in cui si era rifugiato per poi fare irruzione, sorprendendo il malvivente. Il sopralluogo ha consentito di ritrovare anche una pistola giocattolo.

Il raid in casa di don Pertini risale allo scorso 27 dicembre: all'alba i rapinatori, armati di pistola e col volto coperto da cappucci, sciarpe e fasciacollo hanno fatto irruzione nella chiesa di via Fausto Coppi, forzando la porta di ingresso con un piede di porco. I malviventi, dopo aver rubato il tabernacolo (contenente due pissidi e quattro patene - oggetti liturgici usati durante la celebrazione eucaristica - contenenti circa 300 ostie consacrate) sono piombati anche nella casa del parroco, raggiungendo al primo piano i genitori del sacerdote, venuti dall’Argentina in vista delle festività natalizie. Quindi le minacce, le percosse e la rapina (sottratti gioielli e denaro). Don Pertini, avendo percepito dal piano superiore le urla degli anziani, è arrivato in casa, trovandosi di fronte i malviventi, che lo hanno aggredito colpendolo ripetutamente alla schiena e al volto. 

"Successivamente - ricostruiscono dalla polizia - il prete argentino è stato costretto, sotto la minaccia di una pistola, a inginocchiarsi e a camminare in ginocchio lungo il corridoio del primo piano. Appena il prete ha visto il padre riverso per terra, ha cercato di avvicinarsi per proteggerlo, ma è stato colpito violentemente dai rapinatori che a quel punto pretendevano la consegna dei soldi e oggetti preziosi custoditi in chiesa. Dopo essersi impossessati di 150 euro e 5 mila pesos argentini in contanti, di oggetti preziosi consistenti in una fede, una catenina e bigiotteria, un orologio e un notebook, subito dopo, i criminali si sono dati alla fuga, facendo poi perdere le loro tracce". 

Gli investigatori della Squadra mobile e del commissariato di polizia San Lorenzo, appena due giorni dopo riuscirono poi a risalire all’identità di un giovane di origine tunisina, Ben Lazrag Sami, pregiudicato dello Zen e finito in manette (ancora oggi è rinchiuso in carcere). In quella circostanza vennero recuperati anche il tabernacolo e gli altri oggetti sacri rubati. Poi la cattura di Caviglia e adesso l'arresto di Bondì (la polizia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Palermo).


 

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