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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rapina alla Montepaschi: palermitani in trasferta incastrati dal dialetto

In manette Pietro Vercio, di 37 anni e Federico Torretta, di 34: avevano assaltato la filiale di Petrosino, in provincia di Trapani. Decisive le immagini della videosorveglianza e il racconto dei testimoni che hanno notato l'inconfondibile cadenza palermitana

I carabinieri di Petrosino, in provincia di Trapani, hanno arrestato due palermitani: sono accusati di avere commesso una rapina il 28 agosto 2013 nella filiale del Montepaschi di Siena. Si tratta di Pietro Vercio, di 37 anni e Federico Torretta, di 34 anni. Entrambi sono entrati nella banca e, mentre uno teneva sotto controllo i clienti e gli impiegati, l'altro ha scavalcato il bancone e, con una forbice sottratta ad un cassiere, ha forzato il cassetto in cui era custodito una parte dell'incasso della giornata, portando via circa 16 mila euro. Poi i due malviventi hanno intimato al cassiere di sbloccare la porta d'ingresso e sono fuggiti a bordo di un veicolo, di cui non si riuscirono ad individuare targa o modello.

Appena ricevuta l'allarme i carabinieri sono immediatamente giunti sul posto ed hanno effettuato i rilievi tecnici. Decisivi due dettagli in particolare: le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza della banca, da cui sono stati estrapolati dei preziosi fotogrammi che hanno fornito delle precise indicazioni "sulle fattezze dei malviventi e sugli indumenti indossati", dicono gli inquirenti. L'altro dettaglio decisivo riguarda il dialetto. Sono stati infatti ascoltati minuziosamente i testimoni presenti alla rapina i quali, oltre che descrivere con precisione i due malviventi, hanno indicato anche che probabilmente non erano del luogo poiché parlavano con un'inflessione dialettale palermitana. Una caratteristica che ha, quindi, consentito di restringere la cerchia dei possibili autori della rapina e si sono rivelate fondamentali per l'arresto dei due uomini in trasferta, consentendo di orientare le attività su soggetti dell'area palermitana dediti ad analoghi reati.

E dunque, da un lato, l'analisi delle impronte acquisite effettuata dal Ris di Messina ha incastrato Vercio, "essendo risultata compatibile con altre impronte rilevate nel corso di precedenti fotosegnalazioni, poiché lo stesso è gravato da numerose condanne irrevocabili per reati della stessa indole: visto infatti che questi, residente a Palermo, non è risultato avere un conto corrente presso quella filiale o essere cliente a qualunque titolo, non ci sono stati dubbi per gli inquirenti sul fatto che l'impronta fosse stata lasciata nel corso dell'azione delittuosa", dicono dall'Arma. Dall'altro, invece, una volta confrontate le fotografie dei due pregiudicati con i fotogrammi estrapolati dalle telecamere della videosorveglianza, le immagini sono risultate estremamente sovrapponibili. Da qui l'arresto dei due palermitani.

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