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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Terrasini

La rapina in banca con impiegati e clienti tenuti in ostaggio per 40 minuti: in carcere 5 pregiudicati

La polizia ha ricostruito le fasi del colpo da 84 mila euro messo a segno nella Credem del centro di Terrasini nella mattina dello scorso 4 aprile: le indagini, durate quasi un mese, hanno portato all'identificazione della banda

Erano specializzati nelle rapina in banca in trasferta. La polizia, su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo, ha dato esecuzione a 5 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di altrettanti pregiudicati. Sono stati individuati dopo le indagini scaturite dal colpo da 84 mila euro messo a segno nella Credem del centro di Terrasini nella mattina dello scorso 4 aprile. Hanno dai 67 ai 43 anni. Si tratta di C.F., il più vecchio, C.A. (62 anni), M.V. (60), T.C. (49) e S.A., il più giovane (43 anni).

Le fasi dell'assalto in banca: le immagini | Video

Dalla polizia spiegano: "I cinque pregiudicati sono tutti al momento gravemente indiziati di aver messo a segno una rapina a mano armata nell'istituto di credito di Terrasini. In quella circostanza sequestrarono per circa 40 minuti 6 persone tra impiegati e clienti. Quella mattina tre uomini – travisati da cappelli e mascherine, e con un taglierino in pugno – fecero irruzione e dopo avere atteso l’apertura temporizzata del caveau, per circa 40 minuti, sotto minaccia costrinsero uno dei cassieri ad effettuare 10 prelievi da duemila euro dalle casse della banca. Prima di andar via, poi legarono gli impiegati e i clienti con delle fascette".

L’attività investigativa – coordinata dalla locale procura - ha consentito di identificare non solo i tre uomini che materialmente fecero irruzione in banca ma anche altri due indagati che parteciparono con un ruolo attivo al colpo.

Uno dei 5 fermati era sottoposto alla pena alternativa della semilibertà del condannato, con onere di svolgere attività di volontariato presso un’associazione cittadina: circostanza che ha anche sfruttato per crearsi un alibi il pomeriggio subito dopo la rapina, in quanto si recò in quella struttura, indossando però lo stesso abbigliamento utilizzato per commettere il reato.

Un altro degli arrestati, invece, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno per mafia, nell’occasione ha pure violato le prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione in quanto – ovviamente – non era autorizzato a recarsi fuori dal comune di Palermo, oltre che ad associarsi con pregiudicati. Per entrambi è scattata una circostanza aggravante generata dal loro precedente status, mentre a 4 dei 5 fermati viene anche contestata la recidiva.

"Dalle attività d’intercettazione - dicono dalla polizia - è emerso pure che i cinque fermati si vantavano delle loro abilità e dei commenti “positivi” ricevuti in coda ad un articolo di stampa riferito proprio alla rapina in questione. Questa circostanza ha consentito, peraltro, di fissare dei punti temporali importanti in ordine alle responsabilità penali loro contestate per i fatti avvenuti a Terrasini. Inoltre gli stessi soggetti gioivano del fatto che, di recente, la discussione politica sull’abolizione dell’uso delle mascherine aveva subito uno stop, considerandolo una fortuna per i loro affari, in ragione del fatto che il travisamento in tal modo risulta quasi naturale.

I provvedimenti di oggi -  sottolineano dalla questura - sono conseguenziali pure alla progettualità emersa durante l’attività di intercettazione, relativa al fatto che i cinque avevano intenzione di recarsi fuori sede e in particolare in alcune città del centro-nord Italia per altre rapine. Durante le fasi dell’indagine, peraltro, non sono mancati frequenti sopralluoghi da parte degli indagati, per poter commettere altri “colpi” anche in alcune località di questa provincia. In un’occasione, peraltro, è stata scongiurata un'ulteriore rapina ad una banca di un comune limitrofo". In sede di convalida il gip ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.

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