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Cronaca Politeama / Via Quintino Sella

Titolare della pizzeria del Tc2 aggredito sotto casa: "Preso a calci e pugni, ho reagito"

Guido Gattuso, proprietario del locale Arcimboldo, al Tennis club 2, racconta a Palermo Today la sua notte di terrore. Aggredito e derubato da due malviventi in via Quintino Sella. Fino alla minaccia: "'Acchianamu supra', mi hanno detto. Ma la mia famiglia è più importante della mia vita"

I calci, i pugni, il sangue, le minacce, le urla. Guido Gattuso, proprietario del ristorante Arcimboldo, al Tennis club 2, racconta a PalermoToday la sua notte di terrore. Aggredito e derubato da due malviventi. Fino alla minaccia: "Acchianamu supra". Questa è la storia dell'ennesima aggressione a Palermo. Il secondo caso, in meno di una settimana, che coinvolge proprietari di noti esercizi in città, dopo la brutta disavventura di martedì al titolare del bar Costa.

E' successo tutto sabato notte. Nel salotto buono della città. Gattuso tornava a casa, un appartamento in via Quintino Sella, una traversa di via Libertà. "Avevo appena posteggiato - racconta - mi sono incamminato verso il portone di casa. Stavo girando le chiavi, quando a un certo sono sbucati in due. Mi hanno bloccato e mi hanno puntato una pistola addosso. Poi è arrivata una spinta e sono caduto a terra. Mi è arrivata una scarica di pugni e calci alle spalle. Allora gli ho consegnato il portafogli". Quasi mille euro il bottino, praticamente l'incasso della serata. "Un'azione mirata, studiata nei minimi dettagli. Sicuramente mi avevano seguito da quando ho chiuso il mio locale".

I modi non sono stati dei più gentili. "Gli ho dato tutto quello che avevo - continua Gattuso a PalermoToday -. Ma non erano contenti. Hanno iniziato a rovistare nelle mie calze per cercare di arraffare qualcos'altro. Ma non dimenticherò mai l'ulteriore richiesta. Mi hanno puntato la pistola in bocca: 'Acchianamu supra'. Là mi sono rifiutato. Perché sopra c'erano sia mia moglie che mia figlia. E l'incolumità della mia vita è più importante della mia vita. Quindi ho reagito, li ho spinti. Ho messo le mani sul collo di uno dei rapinatori. A quel punto sono stato ferito al naso con il calcio della pistola. Ho iniziato a perdere sangue, ma ho urlato, adeguandomi anche al loro linguaggio, utilizzando il dialetto. Loro hanno capito che le cose si stavano mettendo male, perché da un pub vicino qualcuno s'è accorto della rissa. Si sono affacciate delle persone, così gli aggressori se ne sono andati. Hanno avuto paura di un possibile arrivo della polizia".

La ferita al naso presto si cicatrizzerà. Il ricordo di questa folle notte invece continuerà a sanguinare per un po'. "La realtà - chiude Gattuso - è che per noi imprenditori il momento peggiore è quello del ritorno a casa. Per me è la prima volta che succede una cosa del genere. Ma pochi giorni fa è capitato anche al titlare del bar Costa. Per noi questo è un incubo. Bisognerebbe piazzare delle telecamere dappertutto. Sì, questo forse sarebbe l'unico deterrente. Purtroppo, soprattutto in questo momento, può succedere di tutto. E noi abbiamo paura".

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