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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Flop differenziata, Corte dei conti conferma l’assoluzione per Crocetta, Cammarata e Orlando

L'ex presidente della Regione (con il suo predecessore Raffaele Lombardo) e i due sindaci erano stati citati in giudizio con gli assessori comunali Michele Pergolizzi, Giuseppe Barbera e Cesare Lapiana. "Pur ravvisandosi rilevanti disfunzioni non c'è il requisito della colpa grave"

La Sezione Giurisdizionale d’Appello per la Regione Siciliana della Corte dei conti scrive la parola fine sul processo per il maxi-risarcimento di complessivi 9,5 milioni di euro, per i presunti danni che sarebbero derivati dal mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata nel Comune di Palermo.

La Corte ha rigettato il ricorso in appello della procura regionale e ha prosciolto Rosario Crocetta, difeso dagli avvocati Alessandro Dagnino e Ambrogio Panzarella, rispettivamente managing partner e senior associate dello studio legale Lexia Avvocati. L’ex presidente della Regione era stato citato in giudizio insieme al suo predecessore Raffaele Lombardo, ai sindaci di Palermo Leoluca Orlando e Diego Cammarata e agli ex assessori comunali Michele Pergolizzi, Giuseppe Barbera e Cesare Lapiana. Confermata la sentenza di assoluzione emessa in primo grado dalla stessa Corte. 

Il raggiungimento di determinate soglie di raccolta differenziata dei rifiuti "dipendeva anche e soprattutto - così scrivono nella sentenza i giudici - dal previo conseguimento di uno scopo-mezzo (consistente nella realizzazione di impianti, nel reperimento di risorse umane qualificate, nella creazione di strutture organizzative ecc., idonei a consentire concretamente il perseguimento dello scopo-fine)". "Pur ravvisandosi l’oggettiva sussistenza, all’epoca dei fatti di causa, di rilevanti disfunzioni nel settore dello sviluppo della raccolta differenziata nel Comune - si legge nella motivazione - non siano concretamente individuabili nei comportamenti tenuti dagli amministratori regionali e comunali, convenuti nel presente giudizio di responsabilità amministrativa, profili di macroscopica negligenza, d’inescusabile superficialità e d’ingiustificabile disinteresse nell’espletamento delle rispettive funzioni, tali da integrare, secondo la consolidata giurisprudenza, il requisito della colpa grave".

La Procura, prosegue però la sentenza, non avrebbe dimostrato come queste responsabilità fossero da ascrivere ai soggetti coinvolti nel caso. Così il collegio composto da Giuseppe Aloisio (presidente), Romeo Palma (consigliere), Valter Del Rosario (consigliere, relatore) Salvatore Chiazzese (consigliere) e Guido Petrigni (consigliere) ha rigettato le richieste della Procura confermando la sentenza di primo grado che si era già pronunciata in modo favorevole agli amministratori pubblici.

“Siamo estremamente soddisfatti per il risultato - commenta l’avvocato Alessandro Dagnino - in quanto viene confermata la correttezza dell’operato dell’ex presidente Crocetta e la sua totale estraneità agli addebiti formulati a suo carico. Fondamentale è inoltre il fatto che la Corte dei conti abbia riconosciuto come nel nostro ordinamento, in difetto di specifica prova dei fatti che costituirebbero danno erariale, non sia configurabile alcuna responsabilità oggettiva delle figure apicali, che altrimenti sarebbero coinvolte per il solo fatto di ricoprire l’incarico pubblico”.

"Esprimo la mia gioia per la conferma dell’assoluzione - è il commento dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta -Ringrazio i miei difensori per essersi adoperati con grande professionalità e impegno in tutti procedimenti che mi hanno coinvolto. Oggi risulto pienamente assolto e sono lieto che al termine di una vicenda per me dolorosa sia stata ribadita la linearità della mia azione amministrativa nell’ambito della quale la Regione Siciliana ha posto in essere tutte le attività ricadenti nella sua competenza".

Nel confermare la sentenza di assoluzione piena, con diritto al risarcimento delle spese legali sostenute dagli imputati, la sezione d'Appello ha rigettato la richiesta di condanna, sottolineando sia la complessità normativa e lo stato emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia, sia l'assenza di un danno erariale dimostrabile per le casse del Comune, oltre alla grave carenza di impianti finalizzati alla raccolta differenziata non ascrivibile agli amministratori comunali. "Non posso che esprimere rispetto per l'operato della magistratura contabile - ha detto il sindaco Leoluca Orlando, difeso dall'avvocato Massimilano Mangano - che ha confermato in appello quanto già stabilito in primo grado circa la infondatezza della tesi su presunti addebiti a mio carico per danno erariale".

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