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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cinisi

Quarant'anni senza Peppino, gli studenti nel casolare dove Impastato fu ucciso

Centinaia di giovani hanno affollato il luogo dove, la notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, il militante di Democrazia proletaria fu ammazzato per ordine di Tano Badalamenti. Tanti i cartelli: “sulle orme dei veri eroi”, “chi è in silenzio è complice”. Il fratello: "Vogliamo passare il testimone"

Ricorre oggi il 40esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, militante di Democrazia proletaria, giornalista, fondatore di Radio Aut, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio '78 quando aveva 30 anni. Lo stesso giorno in cui a Roma fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. Per il delitto sono stati condannati i mafiosi Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti. L'associazione "Casa memoria Felicia e Peppino Impastato'' oggi ha organizzato, dalle ore 10, un presidio nel casolare dove Impastato venne ucciso. A seguire la premiazione dei vincitori del bando scuole. Il casolare rimarrà aperto, con la collaborazione del Cricd (Centro Regionale per l'Inventariazione, la Catalogazione e la Documentazione) dell'assessorato regionale ai Beni culturali, fino a venerdì prossimo. Alle 16 il corteo che dalla sede di Radio Aut a Terrasini arriverà alla Casa memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi, dove si svolgeranno gli interventi conclusivi ed un collegamento con la famiglia Regeni e l'avvocato Alessandra Ballerini.

Aperto il casolare dove fu ucciso Impastato

Il casolare negli anni è diventato meta di tantissime persone che hanno voluto conoscere più a fondo la storia del militante e rendergli omaggio. Grazie alla collaborazione con il Comune di Cinisi e alla disponibilità della proprietaria del casolare Luisa Venuti, questo luogo di memoria oggi e anche ieri è stato aperto al pubblico. Solitamente è chiuso anche se il luogo e è stato dichiarato nel 2014 di interesse culturale dall’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Da anni si parla di comprarlo, espropriarlo ma ancora non si è riusciti né a trovare un accordo tra le parti né ad imporre una decisione dall’alto.

40 anni fa la morte di Impastato: gli eventi in programma

In questo luogo oggi i giovani sono i protagonisti insieme all'associazione “Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato” organizzatrice del presidio che ogni anno si tiene qui. Sono così tanti che il terreno attorno al casolare non basta a contenerli. Con orgoglio portano al collo dei cartoncini con la scritta “sulle orme dei veri eroi”, si scattano delle foto di gruppo con i cartelloni e gli striscioni che hanno realizzato per l’occasione: “chi è in silenzio è complice”, “no all’omertà”, “legalmente insieme”. E cantano in coro "Peppino è vivo e lotta insieme a noi". Ci sono il liceo classico Meli, il Pecoraro, l’I.C. Nino Navarra e molti altri.  C’è Umberto Santino, fondatore del centro Impastato, ci sono alcuni compagni di Peppino, c’è Danilo Sulis, presidente di Radio 100 Passi e c’è Giovanni Impastato, fratello del militante assassinato. “Le idee e il coraggio di Peppino hanno cambiato sulle nostre gambe - dice Santino rivolgendosi ai tanti ragazzi che lo ascoltano - adesso dovranno camminare sulle vostre gambe”. Ci sono anche alcuni rappresentanti delle istituzioni, dal sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci all'assessore all’Istruzione del Comune di Alpignano, in provincia di Torino, Maria Luigia D’Abbene, passando per l'assessore con delega all'ambiente del Comune di Caselette, sempre in provincia di Torino, Roberto Rigoletti. "Siamo qui - dichiara D'Abbene - perché abbiamo accolto il progetto dell’associazione Calabresi di Alpignano e Casalette sulla legalità iniziato due anni fa: abbiamo dedicato una sala a Peppino Impastato in un centro culturale. Se vogliamo cambiare la cultura dobbiamo seminare tra i giovani. I ragazzi delle scuole medie hanno letto tutti i libri che raccontano la storia di peppino. Abbiamo fatto anche progetti con le scuole elementari. Lo Stato c’è, la fascia che portiamo vuole rappresentare vicinanza a Felicia che ha sempre auspicato che lo Stato facesse giustizia". 

 Giovanni Impastato: "Il testimone della memoria è passato ai giovani" | VIDEO

C'è il mondo dell'associazionismo. "Peppino con la trasmissione Onda Pazza - dice a PalermoToday il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti - ci ricorda che non bisogna abbassare la testa, ma alzare le nostre voci per graffiare le coscienze e diffondere la consapevolezza che il cambiamento ha bisogno di ognuno di noi. E' importante ricordare anche quanto fatto da sua madre, Felicia, che ha dato una grande svolta: è cresciuta in una famiglia mafiosa ma con la sua scelta di passare dall'altra parte è diventata la testimone dell'impegno e una maestra di speranza".

''Il 2018 è un anno importantissimo - dice il fratello di Peppino, Giovanni, sul sito della casa memoria - perchè nel quarantesimo anniversario dell'uccisione mafiosa di Peppino vogliamo passare il testimone coinvolgendo un'intera generazione con il suo messaggio, che non è stato solo di impegno civile e di lotta politica, ma anche un messaggio educativo per tutti i giovani che vogliono ancora cambiare il mondo. Per questo stiamo lavorando quotidianamente con tantissime scuole raccontando la storia di Peppino e ascoltando la voce di molti allievi e allieve di ogni età. Per questo incontriamo tanti ragazzi e ragazze a Casa Memoria, come ha voluto mamma Felicia, perché saranno loro che, 'con la cultura e tenendo la schiena dritta', costruiranno un futuro migliore''.

targa casolare peppino impastato-2

''Con questo anniversario - continua - daremo a tantissimi giovani la possibilità di conoscere i luoghi dove Peppino è stato ucciso, dove si era impegnato contro la mafia e per il cambiamento e dove noi abbiamo continuato a lottare. Vogliamo coinvolgere la 'Meglio Gioventù' con l'impegno, ma anche con l'aggregazione. Tra convegni, dibattiti, libri, musica e mostre e mobilitazione. Era questo quello che Peppino faceva, era così che metteva in movimento tanti ragazzi e ragazze della sua generazione e adesso toccherà ad una nuova generazione far sentire la sua voce e la voce di chi spera ancora e si impegna per la giustizia e la libertà''.

Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ricorda Impastato. "A quaranta anni dalla morte per mano mafiosa - afferma Orlando - Peppino Impastato resta un modello di impegno contro la mafia. Impegno politico, impegno culturale, impegno sociale, impegno nelle istituzioni. A quaranta anni da quella morte, la sua vicenda e i tanti gravi depistaggi subiti dall'inchiesta giudiziaria restano un simbolo di come la mafia abbia assunto in passato il volto dello Stato e lo Stato il volto della mafia. Oggi, grazie all'impegno di tanti tanto sul fronte dell'impegno civile quanto sul fronte dell'impegno giudiziario, quello sembra un passato lontano, ma sappiamo - conclude - che la mafia non è vinta e che non è possibile abbassare la guardia, anche nel nome di Peppino e di Felicia Impastato. La presenza di tanti giovani oggi a Cinisi è motivo di speranza ed è la prova che oggi la Sicilia è cambiata, non è più quella di quaranta anni fa quando la mafia aveva il volto dello Stato e lo Stato il volto della mafia. Una Sicilia in cui Peppino era un eversivo perché aveva il coraggio di andare contro l'ordine costituito".

“C’è ancora bisogno dell’esempio di Peppino Impastato, oggi più che mai", questo quanto afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali. “Oggi - prosegue il leader di SI - che le mafie hanno messo il doppiopetto e la cravatta. Oggi che ritornano a prendere il controllo di interi quartieri delle città. Oggi che le mafie si nascondono nelle grandi gare d’appalto, indirizzano le grandi opere utili solo a gonfiare le loro tasche e quelle di boiardi e politici consenzienti. Oggi che come ieri l’Italia è soffocata dalla corruzione - conclude Fratoianni - il coraggio di Peppino serve ancora".

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