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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Tamponi per chi non si vaccina: come funzionerà la scuola italiana da settembre

Più di 200 mila insegnanti, bidelli e impiegati non sono vaccinati. E' stato firmato il Protocollo sicurezza delle scuole in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico 2021/2022

Metà settembre, quando si tornerà in classe in gran parte delle regioni, è dietro l'angolo. Firmato il Protocollo sicurezza delle scuole in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico 2021/2022. Al termine di un confronto fiume le organizzazioni sindacali hanno trovato l'intesa con i tecnici del Ministero dell'Istruzione in particolare sul tema dei tamponi gratuiti per il corpo docente, sulle misure per evitare classi pollaio.  Chi paga i tamponi per il corpo docente e per il persone scolastico? I presidi potrebbero pagare i test diagnostici ai docenti e bidelli non vaccinati, quelli che dunque non hanno il Green Pass reso obbligatorio dal governo per il personale scolastico, con i fondi per l'emergenza sanitaria. Ma su questo punto ci sono parecchi dubbi.

Infatti ieri il Ministero dell’Istruzione ha precisato che, nel Protocollo d’intesa siglato con le Organizzazioni sindacali, "non è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax. Il Protocollo prevede, invece, una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi, dunque una intensificazione della campagna vaccinale. Il Protocollo, poi, ricalcando quanto disposto dalle norme vigenti, consente alle scuole, sulla base di un preventivo raccordo istituzionale con il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, di “effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate”. L’obiettivo è duplice: continuare a contrastare la pandemia, soprattutto attraverso la vaccinazione, e dare supporto ai più fragili, ovvero a chi non può vaccinarsi per particolari motivazioni che saranno ulteriormente indicate negli accordi con le Aziende Sanitarie Locali, in raccordo con il Ministero della Salute. Il Ministero lavorerà, a valle del Protocollo, per fornire tutte le necessarie specifiche alle scuole".

Più di 200mila insegnanti, bidelli e impiegati non vaccinati

Il ministero in pratica - si legge nella bozza di protocollo - autorizza gli istituti, "mediante accordi con le aziende sanitarie o con strutture diagnostiche convenzionate", a usare le risorse straordinarie per la gestione dell'emergenza sanitaria "anche per consentire di effettuare tamponi diagnostici al personale scolastico, secondo le modalità previste dall'Autorità sanitaria; il Ministero, al fine di non aggravare l'impegno amministrativo delle istituzioni scolastiche, fornirà il necessario supporto amministrativo e contabile attraverso schemi di accordo e indicazioni operative individuando procedure semplificate".

Numeri alla mano, nel mondo della scuola da nord a sud sono più di 200 mila gli insegnanti, i bidelli e gli impiegati non vaccinati e che non hanno ricevuto neppure la prima dose del vaccino, pari a circa il 15 per cento del personale scolastico secondo il report settimanale della campagna vaccinale. Chi non può vaccinarsi per motivi di salute sarà evidentemente esentato dal Green Pass e da qualsiasi sanzione. Solo il sindacato Anief non ha sottoscritto al momento l'accordo, confermando l'intenzione di ricorrere al Tribunale di Roma per impugnare il tutto insieme al Decreto legge n. 106 per contrasto al Regolamento comunitario n. 953/21, dopo aver raccolto centomila firme in meno di una settimana per la sua abolizione. 

La bozza di Protocollo sulla sicurezza per la scuola

La bozza di Protocollo sulla sicurezza che circola in queste ore prevederebbe corsie preferenziali per la vaccinazione del personale scolastico attraverso degli accessi prioritari. Inoltre si parla di un supporto concreto per le modalità di verifica dei Green pass del personale scolastico e sugli aspetti applicativi della normativa. Il nodo Green pass sarà comunque contenuto in una nota specifica che l'Amministrazione farà pervenire alle istituzioni scolastiche nel prossimi giorni. "Se qualcuno non ha ancora fatto il vaccino in tempo, il tampone gli consentirà di iniziare la scuola regolarmente", ha commentato su Radio Rai Maddalena Gizzi, segretaria di Cisl Scuola. "Ci sono poi aspetti da chiarire a cui risponderà il garante della privacy", ha aggiunto la sindacalista. 

Gli scogli a dire il vero non mancano. Ad esempio, le classi pollaio. Su questo punto la trattativa con le parti sociale si era incagliata. Il distanziamento è considerato  una misura prioritaria di sicurezza. A dover garantire gli spazi sono gli enti locali. In molte scuole non ci sono spazi adeguati. Il punto, nel testo definitivo, è formulato così: "Si prevede il rispetto di una distanza interpersonale di almeno un metro (sia in posizione statica che dinamica) qualora logisticamente possibile e si mantiene anche nelle zone bianche la distanza di due metri tra i banchi e la cattedra del docente.  Con riferimento ai servizi educativi dell'infanzia, non essendo sempre possibile garantire l'adozione di alcune misure di prevenzione (quali il distanziamento e l'uso di mascherine), è raccomandata una didattica a gruppi stabili". Il ministero si è già detto pronto a stanziare fondi supplementari per risolvere le criticità che, inevitabilmente, ci saranno.

Il protocollo prevede anche che saranno effettuati screening della popolazione scolastica, con particolare attenzione alla fascia di età 6 – 12 anni. Sarà favorita l’individuazione, in tutte le scuole, del medico competente che effettui la sorveglianza sanitaria. 
 

fonte Today.it

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