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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Malaspina / Via Malaspina

Sommossa notturna al Malaspina: "Vogliamo più permessi e cibo migliore"

Un gruppetto di dieci giovani carcerati ha dato vita a una ribellione per rivendicare un "trattamento più dignitoso". Dopo qualche ora sono rientrati in cella. Per sei di loro è stato avviato l'iter per il trasferimento in altri istituti

Si sono barricati in una sala comune per protesta, chiedendo più permessi e cibo migliore. Ieri sera un gruppo di dieci giovani detenuti del carcere minorile Malaspina ha dato vita a una sommossa per rivendicare un trattamento migliore dietro le sbarre. Nella struttura sono intervenuti alcuni agenti di polizia e una squadra dei vigili del fuoco. Dopo qualche ora, intorno alla mezzanotte, il gruppetto di giovani detenuti ha riaperto la porta della “sala benessere”, tornando in cella. "Per sei degli undici 'manifestanti' - spiega a PalermoToday Rosalba Salierno, direttore del Centro per la giustizia minorile - sono state avviate le procedure per il trasferimento in altri penitenziari".

"Preoccupante la rivolta nel carcere minorile Malaspina, struttura dove - scrivono il deputato regionale Pino Apprendi e l’avvocato Giorgio Bisagna, dell’osservatorio Antigone - il trattamento e l'attenzione nei confronti dei detenuti è stata sempre encomiabile. Probabilmente la presenza di numerosi adulti fino ai 25 anni, conseguenza della norma che ne prevede il loro reinserimento anche dopo essere stati assegnati a strutture per adulti, ha creato squilibri e lotte per affermare il potere. I trasferimenti forse riporteranno l'atmosfera costruttiva preesistente".

"Un po’ di tensione è normale. Consideriamo l’episodio un ‘cortocircuito’, una protesta - aggiunge il direttore Salierno - che non avrebbe alcun fondamento. I responsabili appartengono a un unico gruppo detentivo che, ad eccezione di qualche elemento, comprende ragazzi dai 18 ai 25 anni. Questi detenuti ‘adulti’ arrivano da altri istituti penitenziari quando vengono condannati per reati che hanno commesso durante la minore età".

Negli scorsi giorni al Pagliarelli una delegazione di detenuti (in tutto circa 350) ha dato vita a uno sciopero della fame. Gli ospiti del carcere chiedono, fra le altre cose, di potere fare la doccia con regolarità, incontrare i familiari in un ambiente riscaldato e avere la possibilità di un contatto telefonico con i figli con meno di dieci anni. "Ci sono richieste - ha commentato Pino Apprendi - che possono e devono trovare accoglienza da parte dell'amministrazione penitenziaria, se il carcere deve avere scopo di rieducazione non può avere riserve mentali su queste persone destinatarie di diritti umani fondamentali". 

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