rotate-mobile
Cronaca

Case contese tra poliziotti, arrivano gli sfratti: parte la protesta

Una sessantina di persone, tra poliziotti in servizio, in pensione e relativi familiari, hanno dato vita a un sit in per manifestare la loro intenzione di non abbandonare le case. Dietro la storia una "guerra legale" tra ricorsi al Tar e al Cga

Arrivano dal Comune le prime ordinanze di sgombero per le case assegnate e contese in una lunga battaglia legale fra poliziotti. Questa mattina una sessantina di persone, tra poliziotti e familiari, hanno dato vita a una protesta in via Gaetano Romeres dopo l’invito dell’Amministrazione a lasciare gli alloggi di via M.T. 37 e via M.T. 39. "Il Comune - spiega Silvia, figlia di uno dei poliziotti da sfrattare - ha combinato qualche guaio con le graduatorie di assegnazione. A singhiozzo stanno inviando gli sfratti esecutivi nonostante chi debba secondo loro entrare in possesso delle case non abbia più i requisiti necessari". Ma lo striscione appeso a una delle ringhiere della strada teatro del sit in recita chiaramente le loro intenzioni: "Noi poliziotti, pensionati e vedove non usciremo da queste case".

L’infinita storia riguardante l’assegnazione di 139 alloggi alle forze dell’ordine e le relative famiglie inizia nel 1994, quando la Prefettura pubblicò un bando per destinare le case a poliziotti, carabinieri e finanzieri. Dopo contestazioni, ricorsi e sentenze il Tar, nel 2000, ha annullato la prima graduatoria sugli appartamenti della Riserva Reale Boccadifalco, nella zona di corso Pisani. Da allora chi vive lì non vuole arrendersi sostenendo di non essere abusivo e di aver pagato le indennità di occupazione previste allo Iacp (in un primo momento competente sulla vicenda), mentre chi è rimasto fuori rivendica i propri diritti in qualità di "legittimo assegnatario". Con la sentenza del Tar fu stabilito che la graduatoria andasse rifatta. E così fu, nonostante da allora non sia mai stata applicata.

"Siamo arrivati al punto - prosegue Silvia - che chi deve entrare in queste case non ne avrebbe più diritto dopo aver perso i requisiti necessari, come per esempio quello che prevede che l’assegnatario non abbia case di proprietà. Le istituzioni, muovendosi così, hanno determinato la creazione di fazioni contrapposte tra uomini in divisa". Ai 139 nuclei familiari vincitori nella prima graduatoria lo Iacp inviò dei verbali di immissione con relativa consegna delle chiavi e contratto di custodia. Il tutto a causa del timore, in attesa di sbrogliare la matassa, che qualcuno occupasse abusivamente le case che ad ogni modo erano destinate alle forze dell’ordine. Sino al 2006, quando la "patata bollente" passò nelle mani del Comune, non era stata inviata alcuna ordinanza di sfratto.

Nel 2011 una legge regionale conteneva un emendamento in un articolo secondo il quale chi fosse risultato regolare occupante delle abitazioni alla data del 31 dicembre 2001, sulla base del verbale di consegna della Prefettura e con le ricevute di pagamento in mano, aveva diritto a quella casa. Il passo successivo arrivò nuovamente dal Tar che impose all’Amministrazione di seguire la graduatoria aggiornata dopo il ricorso, ovvero quella del 2003. "Questa circostanza - spiega uno degli ispettori di polizia coinvolti - è stata confermata con la sentenza del Consiglio di Stato e impone l’applicazione dell’ultima graduatoria, quella stilata dopo la sentenza del Tar". Graduatoria che non fu mai impugnata entro i termini previsti dalla legge e quindi esecutiva.

Della vicenda, dopo la protesta di questa mattina, si è occupato anche il presidente della quarta circoscrizione, Silvio Moncada: "E' una storia molto ingarbugliata sulla qualche sto cercando di fare luce. Si tratta di uomini e donne, con relative famiglie, che appartengono alle forze dell’ordine. Dopo decenni non possono essere buttati fuori. Ci sono tante storie diverse che vanno analizzate anche singolarmente. Uno degli ‘occupanti’ infatti si sarebbe rivolto nuovamente alla giustizia e pare ci sia un’udienza fissata per il prossimo novembre". Sul caso è intervenuto anche l’assessore comunale Luciano Abbonato: "Le ordinanze di sfratto sono state inviate soltanto a chi non ha più i titoli necessari, perché andato in pensione, perchè non più in servizio o per altre ragioni. Se qualcuno ritiene che ci sia stato un errore di valutazione lo invitiamo a rivolgersi ai nostri uffici per chiarire la sua posizione".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Case contese tra poliziotti, arrivano gli sfratti: parte la protesta

PalermoToday è in caricamento