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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Via Roma

La protesta in via Roma contro il caro vita, blitz al Lidl: "Salvate il Reddito, non siamo fannulloni"

La fiaccolata partita da piazza Rivoluzione è stata organizzata da un coordinamento di cittadinanza attiva che si chiama "Insorgiamo contro il caro vita". All'interno del supermercato, armati di megafono e striscioni, hanno urlato a gran voce interventi urgenti per risolvere le tante emergenze sociali di questi tempi

Si sono trovati in via Roma per una fiaccolata di protesta contro il caro vita. Mentre chiedevano a gran voce di non abolire il reddito di cittadinanza, hanno fatto irruzione al Lidl e continuato la protesta davanti ai clienti del supermercato, con tanto di megafono e striscione. "Natale per tutti o per nessuno, stop ai rincari". La manifestazione, partita da piazza Rivoluzione, è stata organizzata da un coordinamento di cittadinanza attiva che si chiama "Insorgiamo contro il caro vita". Alcuni esponenti del collettivo, una volta dentro al supermercato di via Roma, hanno incalzato la protesta cercando di farsi ascoltare anche da chi in quel momento si trovava lì per la spesa.

Le richieste del coordinamento sono la moratoria immediata sui distacchi dell'energia elettrica, blocco di sfratti e sgomberi, estensione incondizionata del reddito di cittadinanza a causa del caro vita. "Quest'anno il Natale non sarà per tutti - hanno spiegato ai presenti - in un tempo in cui aumentano i prezzi delle materie di prima necessità, in cui aumenta il costo della vita, il costo di luce e gas, vogliono levare il reddito di cittadinanza. Ma come passeremo noi le feste?". 

Centinaia di disoccupati in piazza: "Il Reddito non si tocca!"

L'appello alle istituzioni 

L'appello, rivolto a istituzioni e governo, è incalzante. "Come possiamo andare avanti con aumenti del genere? Ci dicono che siano dei disoccupati fannulloni - dicono al megafono - che stiamo tutto il giorno sul divano, che siamo degli inetti a vivere. Gli inetti sono loro che si intascano milioni di euro, che fanno extra profitti sul costo della materia energetica, che fanno soldi sulle spalle delle popolazioni dei territori. In tantissimi territori continuano a esserci disastri ambientali, disastri ecologici. Come possiamo aspettarci che la politica risolva tutto questo?". 

Il coordinamento di cittadinanza attiva ha concluso la protesta con un appello che invita alla salvaguardia del reddito di cittadinanza. "L'unico modo è scendere in piazza e organizzarci contro il caro vita, contro il caro bollette, contro gli aumenti del costo generale della vita. Lavoro o non lavoro noi dobbiamo campare. E quindi chiediamo a gran voce che possano esserci degli interventi mirati a trovare soluzioni concrete e stabili per i quartieri delle nostre città, per tutte le nostre città. Si chiedono: 'I soldi del reddito dove li prendiamo?' Perché non li prendono dalle grandi opere inutili? Dal ponte sullo stretto e da progetti inutili che vengono proposti per i nostri territori". 

La nuova stretta del governo Meloni 

Intanto questa mattina i disoccupati palermitani percettori del reddito di cittadinanza tornano in piazza dopo la nuova stretta del governo Meloni sulla misura. Gli "occupabili", ovvero i disoccupati tra i 18 e i 59 anni che possono lavorare e non hanno a carico minori, disabili o anziani perderanno il sussidio nel 2023, dopo sette mesi e non più dopo otto. I manifestanti, guidati da Davide Grasso, Toni Guarino e Giuseppe De Lisi, sono partiti dal Castello della Zisa e hanno attraversato via Lascaris e via Imera, per raggiungere il palazzo della Regione. 

L'attacco senza mezzi termini arriva da Toni Guarino, uno degli organizzatori. "I siciliani - dice - hanno smesso di abbassare la testa. Se qui non c’è lavoro è colpa dello Stato italiano che non ha mai voluto investire in Sicilia, ma solo al Nord. Noi rifiutiamo di emigrare, vogliamo lavorare nella nostra terra. E' un nostro diritto. La Sicilia è dei siciliani, non siamo buoni solo come manodopera per le regioni sviluppate del Nord o per pagare le tasse. O il governo mette in campo un piano di sviluppo in Sicilia o l’Unità nazionale è solo una barzelletta". 

Il padre di famiglia che percepisce il reddito da 11 mesi 

Tra i protestanti anche Giuseppe De Lisi, padre di famiglia che percepisce il reddito da 11 mesi. "Già adesso prendo il reddito, ma non arrivo a fine mese. Sono costretto a chiedere la spesa alla Caratis. Chi parla dentro i palazzi o negli studi televisivi ha la pancia piena, non conosce la realtà. Perché non si fanno un giro nei quartieri popolari di Palermo? Lo sanno che mi spacco la schiena da quando ho 14 anni come muratore, lavapiatti o quello che c’è, in nero e con una paga misera? In Italia anche chi lavora è povero. E' una vergogna. Ci vuole rispetto per i poveri. Chi governa deve pensare a tutelarci non a calpestarci e insultarci". 

I manifestanti, però, hanno anche alcune soluzioni. Le spiega Davide Grasso: "potenziare i centri per l’impiego, facendo in modo che tutte le offerte di lavoro passino da lì, in modo da garantire la massima trasparenza e la regolarità dei contratti; attuare un cambio generazionale dei lavoratori forestali, alcuni dei quali hanno anche 60-65 anni, assumendo i percettori di Rdc di una età più giovane. Tolte le retoriche, gli stereotipi, le chiacchiere di chi ha la pancia piena e straparla sui giornali e in tv, resta un fatto: chi è disoccupato non ha come campare se stesso e la propria famiglia. O si garantisce un’offerta di lavoro valida, con un salario dignitoso e un contratto regolare, o il Reddito non può essere tolto".

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