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Cronaca

Riti voodoo e minacce di morte per far prostituire giovani nigeriane: condannata "maman"

La Cassazione rigetta il ricorso di Osaro John, detta "Vivian", a capo di un'organizzazione criminale: deve scontare otto anni di carcere anche per tratta di essere umani e riduzione in schiavitù. Era stata arrestata nel 2016 dopo la denuncia di una delle vittime

Reclutava giovani nigeriane e, con minacce di morte e riti voodoo, dopo averle fatte arrivare in Sicilia con i barconi, le costringeva a protituirsi per le strade delle città. Diventa definitiva la condanna a otto anni di carcere per la "maman" Osaro John, detta "Vivian": la prima sezione della Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso dell'imputata, confermando così la sentenza d'appello.

La donna era stata condannata in primo grado a dieci anni di reclusione con il rito abbreviato dal gup Marco Gaeta, il 19 febbraio del 2018. Il 31 gennaio dell'anno scorso la Core d'Assise d'Appello le aveva poi concesso uno sconto di due anni.

Dalle indagini, coordinate all'epoca dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia (oggi in pensione) e dai sostituti Gery Ferrara e Annamaria Picozzi (oggi aggiunto), era emerso che "Vivian" avrebbe tagliato i peli del pube e delle ascelle alle ragazze per utilizzarli poi nei riti voodoo. Le giovani arrivavano dalla Nigeria alla Libia e da lì, dopo un viaggio terribile, venivano caricate sulle carrette del mare per raggiungere la Sicilia.

Alcune delle vittime hanno raccontato agli inquirenti il loro calvario, spiegando di essere state costrette a prostituirsi per riscattare un presunto debito con l'organizzazione criminale capeggiata dall'imputata. La "maman" era stata arrestata dalla guardia di finanza assieme ad altri connazionali il 21 giugno del 2016. Per lei le accuse erano molto gravi: associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, alla riduzione in schiavitù e allo sfruttamento della prostituzione, nonché favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

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