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Cronaca

Valeria uccisa da chemio killer, sfogo dopo le condanne: "Pene ridotte, ingiustizia è fatta"

La 34enne era in cura al Policlinico per il linfoma di Hodgkin ma le venne somministrata una dose di medicinale dieci volte superiore a quella richiesta: 90 milligrammi di Vinblastina invece che 9. Associazione Codici: "Serie interminabili di errori, alle vittime chi ci pensa?"

"La Corte di Appello di Palermo riduce la pena per i medici che hanno ucciso Valeria Lembo: ingiustizia è fatta". E' l'amaro commento dell'associazione Codici. Tre condanne, leggermente ridotte rispetto alle prime sentenze, e la prescrizione dietro l’angolo. Così finirà la vicenda per la morte della giovane mamma uccisa nel 2011 da una dose eccessiva di chemioterapia. La 34enne era in cura al Policlinico per il linfoma di Hodgkin ma le venne somministrata una dose di medicinale dieci volte superiore a quella richiesta: 90 milligrammi di Vinblastina invece che 9.

“Un errore – dichiara l'avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – che le è stato fatale. Così come le è stata fatale la lunga attesa prima di essere trasferita in un centro specialistico. Una serie interminabile di lunghi errori e continue coperture che forse peseranno per sempre sulla coscienza degli operatori negligenti, ma che dal punto di vista processuale si risolverà in un nulla di fatto. Ingiustizia è fatta". Associazione Codici è un'associazione nazionale di volontariato per la difesa dei consumatori attiva nel campo dell'usura, della sanità e della legalità.

"La nostra critica – sottolinea l'avvocato Giacomelli – non è nei confronti dei magistrati che hanno applicato la legge, è questo sistema che ha introdotto una serie di garanzie al medico che sbaglia, anche quando lo fa con cosciente colpevolezza. Garanzie sostenute da una Cassazione sbilanciatamente garantista nei confronti dei colpevoli. E alle vittime chi ci pensa? Ai familiari? Ai giovani figli? La condanna inflitta dalla Corte d'Appello all'ex primario del reparto di Oncologia del Policlinico Sergio Palmeri a 3 anni, i 3 anni e 3 mesi dati all’oncologa in servizio al momento del decesso Laura Di Noto, i 3 anni e 5 mesi al medico che si stava specializzando Alberto Bongiovanni sono condanne miti ed ingiuste per il comportamento tenuto, considerando che hanno cercato in ogni modo di occultare le prove. Il deputato Gelli ed il Senatore Bianco – conclude il Segretario Nazionale di Codici – avevano in mente questa giustizia quando hanno fatto passare questa legge becera?”.

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