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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Processo trattativa con Bagarella e Brusca, mancano Dell'Utri e Ciancimino: "Ha avuto un ictus"

Prima udienza del dibattimento d’appello sul presunto accordo tra pezzi delle istituzioni e clan mafiosi negli anni delle stragi. I legali hanno giustificato l’assenza in aula del figlio di Don Vito: "Si trova ricoverato, negli ultimi giorni è caduto perdendo più volte orientamento"

E' iniziata con la rinuncia dell'imputato Massimo Ciancimino la prima udienza del processo d'appello per la trattativa tra Stato e mafia che si celebra davanti alla Corte d'assise d'appello di Palermo presieduta da Angelo Pellino. Il suo legale Roberto D'Agostino ha annunciato alla Corte che Ciancimino sta molto male, anche se secondo il medico legale del Dap "è lucido". Nonostante ciò, la difesa di Ciancimino chiede un accertamento medico.

Un vero e proprio giallo, quello delle condizioni di salute del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, visto che un certificato medico del carcere attesta che l’imputato sarebbe lucido. Per i legali, invece, Ciancimino ha avuto un ictus cerebrale e non sarebbe in grado di partecipare coscientemente al processo. "Ciancimino - dice il legale - si trova ricoverato presso il centro clinico di Regina Coeli e negli ultimi giorni la patologia di Ciancimino è andata progredendo, tanto è vero che Ciancimino è caduto perdendo più volte orientamento e ha avuto problemi gravi legati all'eloquio e al suo stato di capacità di rendersi conto della situazione in cui si trova. Ha un emiparesi sul lato sinistra". Per questo la difesa chiede "ulteriori accertamenti". 

Il generale Mario Mori e il colonnello Giuseppe De Donno sono gli unici imputati presenti in aula alla prima udienza del processo d'appello sulla trattativa Stato-mafia che ha preso il via oggi. In collegamento da Parma l'imputato Antonino Cinà, mentre il boss Leoluca Bagarella ha partecipato in videoconferenza dal penitenziario di Sassari. In collegamento da un sito riservato anche il boss, collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca. Assenti, invece, per rinuncia Marcello Dell'Utri e il generale Antonio Subranni. Oltre a Massimo Ciancimino, come detto colpito di recente da un grave problema di salute.

Così il presidente della Corte d'assise d'appello di Palermo Angelo Pellino: "E' stato detto che non si può riscrivere la storia del paese guardandolo dal buco della serratura. Al di là della metafora non felicissima, credo sia una verità condivisibile, quasi banale, se con questo si vuole significare che la complessità dei fatti storici non può essere compressa nella gabbia del paradigma giudiziario nel quale è giusto che si muova. Ma può accadere che ci sia un effetto, che non sia cercato e voluto e non si sostituisca all'unico scopo del processo penale che, per il secondo grado, è la verifica dei motivi di appello - prosegue il Presidente della Corte d'assise Pellino -. Gli imputati saranno giudicati per ciò che hanno fatto o non hanno fatto: spero che ci sia un serrato confronto sulle questioni tecnico giuridiche e sull'accertamento probatorio".

"Gli imputati - ha aggiunto - sono persone in carne e ossa che saranno giudicate per ciò che hanno o non hanno fatto. Questo è l'impegno della corte. Mi sento di rassicurare le parti: la discussione sarà all'altezza del valore di chi interverrà e sarà un serrato confronto sulle dense questioni tecnico-giuridiche e sulle controverse questioni relative all'accertamento probatorio". Un processo che ha impiegato 1.250 ore e 228 udienze. In aula, per l'accussa, i pg Sergio Barbiera e Giuseppe Fici. La relazione introduttiva durerà quattro udienze.

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