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Cronaca

"Estorsione aggravata dal metodo mafioso": Miccoli a processo

Secondo la Procura l'ex capitano avrebbe incaricato il figlio del boss Lauricella di recuperare un credito di 12 mila euro. Operazione portata avanti - per l'accusa - con metodi violenti. Udienza preliminare il 24 febbraio

Inizierà a febbraio il processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso a carico dell’ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, che è difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini. L’udienza preliminare, che si svolgerà davanti al gup Walter Turturici, è stata infatti fissata per il 24. Inizialmente il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, che ha coordinato le indagini della Dia, aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma un altro giudice, Fernando Sestito, aveva invece disposto l’imputazione coatta e da qui l’inevitabile richiesta di rinvio a giudizio per il calciatore pugliese, formulata lo scorso novembre.

Secondo la Procura, l’ex bomber rosanero, tra il 2010 ed il 2011, avrebbe incaricato il suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa, Antonino, detto “Scintilluni”, di recuperare un credito di 12 mila euro vantato dall’ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, dal suo allora socio nella gestione della discoteca “Paparazzi” di Isola delle Femmine, l’imprenditore Andrea Graffagnini. Lauricella – sempre secondo l’accusa – si sarebbe dato da fare ed avrebbe utilizzato metodi particolarmente violenti per svolgere il suo compito. 

Una ricostruzione questa che, però, in primo grado non ha retto davanti al tribunale, che ha già processato, sempre per estorsione aggravata dal metodo mafioso, Lauricella e Gioacchino Amato: a fronte di una richiesta di condanna rispettivamente a 10 e a 12 anni di carcere, a metà luglio scorso, il collegio della seconda sezione, presieduto da Bruno Fasciana, aveva infatti assolto entrambi gli imputati dall’accusa e condannato ad un anno (pena sospesa) il solo Lauricella per il reato molto più lieve di violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

La difesa di Miccoli – che ha sempre negato di essere a conoscenza delle parentele mafiose di Lauricella, che era finito negli anni scorsi nella bufera perché, in un’intercettazione, definiva il giudice Giovanni Falcone un “fango” – punterà proprio sull’esito di questo processo. Secondo gli avvocati, come già hanno sostenuto in tribunale - convincendo di fatto i giudici - il credito di 12 mila euro sarebbe stato dovuto e se le persone che il calciatore avrebbe incaricato di compiere un’estorsione sono state assolte (seppure in via non definitiva), come potrebbe rispondere lui di una tale accusa? Sarà adesso il gup a deciderlo.  
 

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