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Cronaca

Processo a Tutino, i pazienti in aula: "A Villa Sofia risparmia mille euro"

"Dalla pancetta al naso": sfilano gli ex clienti dell'ex primario del reparto di chirurgia plastica, accusato di truffa al sistema sanitario nazionale. Tutte operazioni - di natura squisitamente estetica - non avrebbero potuto essere rimborsate come invece sarebbe accaduto

Nessuno di loro sarebbe passato dal Cup (il centro di prenotazioni unificato) e avrebbe pagato l’intervento chirurgico eseguito nel reparto di Villa Sofia guidato allora dal medico personale del governatore Rosario Crocetta, Matteo Tutino. Tutte operazioni – secondo il sostituto procuratore Luca Battinieri – di natura squisitamente estetica, che dunque non avrebbero potuto essere rimborsate dal sistema sanitario nazionale, come invece sarebbe accaduto. Stamattina, il processo per truffa aggravata e falso a carico di Tutino, di Giacomo Sampieri, ex manager dell’ospedale, di Damiano Mazzarese, dirigente nella struttura del dipartimento di Anestesia e rianimazione, di Giuseppe Scaletta, ispettore della Digos, e della moglie di quest’ultimo, la genetista Mirta Baiamonte, è entrato nel vivo, con la testimonianza di alcuni dei pazienti. Per la difesa di Tutino, rappresentata dall’avvocato Carlo Taormina, gli interventi eseguiti a Villa Sofia sarebbero stati tutti funzionali, cioè legati a patologie dei pazienti e quindi rientranti tra quelli convenzionati.

“Avevo aspettato un anno – ha raccontato uno di loro – per un intervento di ginecomastia, ma la dottoressa di Villa Sofia che mi seguiva mi chiamò per dirmi che lei non avrebbe potuto eseguire l’operazione, perché si occupava soltanto di casi di tumore e mi disse di rivolgermi al Tutino. Quando mi visitò, Tutino mi propose di fare anche un intervento per ridurre la pancetta e di rifarmi il naso. Visto che era gratis, accettai l’operazione all’addome, perché allora avevo la fissa per il fisico, facevo molta palestra, ma non quella al naso e lui mi disse: ‘Rifiuti un regalo da 4 mila euro!’”. Il teste non sarebbe rimasto soddisfatto dell’operazione: “Non mi piace come il mio corpo è cambiato”, ha detto.

Un altro paziente si sarebbe invece rivolto privatamente a Tutino per ritoccarsi il naso: “Avevo letto il suo nome sul giornale – ha spiegato davanti ai giudici della terza sezione del tribunale – e chiamai il suo studio. Mi visitò e disegnò il profilo del naso che mi avrebbe fatto e pattuimmo la cifra di 5 mila euro per l’intervento che si sarebbe dovuto svolgere in una clinica privata. Solo che poi Tutino mi chiamò e mi disse che c’era la possibilità di risparmiare mille euro se l’operazione fosse stata compiuta nel reparto di Chirurgia plastica di Villa Sofia e io accettai”. Il giovane non rimase soddisfatto dell’intervento (“il naso non era quello del disegno”) e si rese necessario un secondo intervento. “Ho pagato a rate, durante le medicazioni che facevo nello studio di Tutino – ha aggiunto il teste – solo poco più di duemila euro: ebbi una discussione con lui perché neanche dopo la seconda operazione ero soddisfatto e decisi di non pagare più”.

E’ stata sentita anche una quarantenne, che frequentava lo studio di Tutino da tempo “per fare qualche punturina” come ha spiegato, e che ad un certo punto venne operata a Villa Sofia per rifarsi il naso. Si è contraddetta più volte e non ha saputo dire con certezza se avesse pagato o meno l’intervento nella struttura pubblica, tanto che il presidente, Vincenzina Massa, l’ha richiamata a dire la verità. “Avevo una gobba al naso – ha spiegato la donna – e qualche piccolo problema respiratorio, mi dicevano anche che di notte russavo. Così, un giorno, mentre stavo facendo una trattamento nello studio di Tutino pensammo di fare un intervento al naso. Ho pagato il ticket – ha detto – non ricordo bene, forse allora avevo un’esenzione per reddito”. Il pm ha contestato alla testimone che al momento delle indagini aveva invece sostenuto di non aver pagato nulla e di non aver fatto alcuna prenotazione al Cup: “Ma forse quando me lo chiesero – si è giustificata la donna – non sapevo cosa fosse il Cup e ho risposto così”.

Se i tempi per questi pazienti sono stati molto veloci, ben diverso è stato il caso di un altro giovane: lui avrebbe seguito la trafila, con prenotazione al Cup e pagamento del ticket, e la visita preliminare non sarebbe stata fatta da Tutino e così avrebbe aspettato un anno per essere operato. “Dovevo fare una ginecomastia e l’aspetto estetico non mi interessava, avevo dei dolori e stavo male”, ha spiegato.

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