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Cronaca

"Non estorsione ma violenza privata", un anno al figlio del boss della Kalsa

Il giudice ha dato un anno a Mauro Lauricella e ha assolto Gioacchino Alioto. Per il primo erano stati chiesti 10 anni, per il secondo invece 12. Punito solo il comportamento del figlio di "Scintilluni"

Il reato è stato derubricato da estorsione aggravata a violenza privata (ma sempre con l’aggravante del metodo mafioso). Il giudice ha condannato Mauro Lauricella figlio del boss della Kalsa Antonino Lauricella, a un anno di reclusione con pena sospesa. Assolto invece l’altro imputato, Gioacchino Alioto. Per il primo il pm Maurizio Bonaccorso aveva chiesto dieci anni, mentre per il secondo dodici. A maggio l’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli, indagato per estorsione aggravata e ascoltato dai magistrati, aveva dichiarato di non sapere che Lauricella fosse figlio del boss.

Secondo la ricostruzione dell’accusa l’ex capitano rosanero si sarebbe rivolto a Lauricella per far recuperare un credito da 12 mila euro a un ex fisioterapista della squadra di calcio palermitana. La somma riguardava il passaggio di alcune quote societarie di una discoteca della provincia palermitana, per il quale un imprenditore avrebbe subito l’estorsione. Il giudice, invece, ha punito il comportamento violento di Lauricella escludendo però che ci fossero gli estremi per il reato di estorsione. La sentenza è stata pronunciata dal collegio presieduto da Bruno Fasciana. Per Miccoli era stata chiesta l’archiviazione, ma il gip l’ha respinta rinviando l’udienza a fine settembre.

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