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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Scuola, Corte d'Appello dà ragione a precari palermitani: "Scattano 30 assunzioni"

Miur condannato, confermata la sentenza di primo grado che ne aveva sancito il diritto all'immissione in ruolo. I ricorrenti, difesi dall'avvocato Spallitta, contestavano l'abuso dei contratti a termine. Lo Stato dovrà risarcirli con 2,5 milioni di euro

La Corte d’Appello di Palermo ha confermato per altri 10 precari della scuola la sentenza di primo grado che ne aveva sancito il diritto all’immissione in ruolo con decorrenza 2008. Ne dà notizia l'avvocato Nadia Spallitta, sottolineando "i vizi processuali" che hanno determinato la vittoria in giudizio. Al personale Ata è stata riconosciuta anche la ricostruzione giuridica ed economica della carriera.

Salgono quindi a 30 i lavoratori Ata palermitani, che hanno ottenuto la stabilizzazione per via giudiziaria. Per altri 70 lavoratori, il successo è stato parziale, poiché la Corte D’Appello ha comunque riconosciuto il diritto ai trattamenti economici differenziali e al risarcimento dei danni (circa 30mila euro per ogni ricorrente). Il Miur in totale è stato condannato a pagare una somma complessiva di circa 2,5 milioni di euro. "I ricorrenti, che lamentavano il ricorso abusivo dei contratti a termine, hanno avuto un ristoro economico importante che però non fermerà l’azione dei precari rivolta all’ottenimento anche dell’immissione in ruolo", prosegue Spallitta.

"Stiamo lavorando - annuncia infine il legale - ad una azione di risarcimento danni nei confronti dei vertici degli uffici scolastici regionali e provinciali che illegittimamente hanno congelato le graduatorie ad esaurimento degli assistenti tecnici di Palermo e non hanno quindi consentito negli ultimi dieci anni nessuna immissione in ruolo. Si tratta di un caso unico in tutta Italia, dove invece in questi anni il Miur ha proceduto con regolari assunzioni a tempo indeterminato. Nei prossimi giorni recupereremo con immediatezza le somme dovute dal Miur a questi ricorrenti e agiremo in Cassazione anche per il riconoscimento del diritto al ruolo".

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