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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Zuppa di funghi, verdure e l'immancabile cannolo: il pranzo siciliano del Dalai Lama

La sala degli stemmi del Teatro Massimo, che ha ospitato la conferenza del premio Nobel, è stata trasformata per l'occasione in un vero e proprio ristorante con noti chef

E' ripartito alla volta della Toscana, ma non prima di aver gustato le prelibatezze della cucina siciliana. Alla fine della conferenza sull’Educazione alla Gioia, il Dalai Lama è stato ospitato all’interno della sala degli stemmi dello stesso Teatro Massimo che, per l’occasione, è stata trasformata in un vero e proprio ristorante con tanto di chef altisonanti. A cucinare per il leader spirituale del Tibet, il monaco buddista premio Nobel per la pace, sono stati cinque dei cuochi delle Soste di Ulisse. Tony Lo Coco del ristorante I Pupi di Bagheria, Gioacchino Gaglio del Gagini, Alberto Rizzo dell’Osteria dei Vespri, i fratelli Campisi dell’Antica Filanda ed infine Salvatore Cappello dell’omonima pasticceria.

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Un vero e proprio show cooking per il Dalai Lama che, insieme ad autorità siciliane, tibetane e interreligiose, ha gustato piatti tipici dell’Isola. Gli chef, nel grande teatro che la mattina ha ospitato oltre 1.400 persone, hanno preparato un finger food e una portata ciascuno: dal riso basmati ai fagiolini di Misilmeri, dagli straccetti di manzo con salsa di cappero di Salina e menta alla zuppa di funghi. Per gli ospiti una panzanella condita con pomodoro, cipolla e crema di bufala, polpo con insalata estiva, gramigna con frutti di mare e alalunga con cantalupo. Spazio poi al pane al carrubbo e al maialino nero dei Nebrodi, per poi finire con tre mousse - al cioccolato, al pistacchio e alle mandorle - e al celebre cannolo.

Zuppa e verdure, il pranzo del Dalai Lama

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Il menu del Dalai Lama in persona è stato curato da Tony Lo Coco. Tra le richieste di sua santità verdure cotte e crude e, soprattutto, la zuppa di funghi, che avrebbe bissato. Gli altri chef hanno invece cucinato per gli altri ospiti in sala. Il pranzo di Tenzin Gyatso, però, non poteva che concludersi con il dolce della pasticceria siciliana, rappresentato magistralmente dal suo cannolo di ricotta con scorzetta d’arancia. Nessun alcolico per il premio Nobel. Il Dalai Lama, infatti, prima di raggiungere l’aeroporto Falcone e Borsellino si è concesso solo del Ginger Ale e dell’acqua, rigorosamente a temperatura ambiente. 

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