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Cronaca

Nasce prematuro e con tumore al rene, al Policlinico operato neonato di 30 settimane

Il delicato intervento è stato eseguito presso l’unità operativa di chirurgia pediatrica e adesso il piccolo sta bene. La patologia è stata diagnosticata in epoca prenatale e la mamma è stata monitorata durante tutto il corso della gravidanza

Una vita iniziata in salita, ma che potrà proseguire nel migliore dei modi. Sta bene e ha cominciato al alimentarsi al biberon il bimbo nato alla trentesima settimana di gestazione e con tumore al rene, che nei giorni scorsi ha subito un delicato intervento presso l’unità operativa di chirurgia pediatrica del Policlinico, diretta da Marcello Cimador. 

La patologia è stata diagnosticata in epoca prenatale e la mamma è stata monitorata durante tutto il corso della gravidanza. Il proposito era quello di attendere la nascita fisiologica e procedere subito dopo con l’intervento, ma le condizioni ostetriche hanno determinato un parto prematuro e la necessità di agire subito: il bimbo pesava un chilo e mezzo e presentava all’addome una massa renale di circa 5 centimetri di diametro.  

"Si tratta di neoplasie fetali - spiega Giovanni Corsello, direttore della terapia intensiva neonatale del Policlinico Giaccone - che fortunatamente hanno caratteristiche oncologiche di bassa malignità, ma con una spiccata capacità espansiva per cui possono raggiungere dimensioni considerevoli. In questo caso, la neoplasia impediva al neonato un’alimentazione adeguata con conseguente rallentamento della crescita. La sua rimozione subito dopo la nascita in questi casi è fortemente raccomandata”.

Un caso significativo, quello di questo piccolo paziente, gestito con un approccio multidisciplinare e con la collaborazione di più professionalità insieme. Dalla seconda parte della gravidanza, infatti, la madre è stata presa in carico da un gruppo di professionisti formato da ginecologi, ostetrici, neonatologi intensivisti, anatomopatologi, radiologi, chirurghi e anestesisti che si sono alternati nelle varie fasi con una perfetta sincronia professionale dal momento del parto, all’esecuzione delle biopsie ecoguidate, alla diagnosi istologica, alla ricostruzione radiologica tridimensionale dei rapporti della neoplasia con gli organi circostanti e infine all’asportazione della massa tumorale da parte dell’equipe chirurgica e anestesiologica. Collaborazione multidisciplinare che si è estesa anche al di fuori del Policlinico, con la presenza durante l’intervento chirurgico di Paolo D’Angelo, direttore dell’Oncoematologia pediatrica Arnas Civico.

"L’esecuzione di interventi chirurgici sui neonati comporta sempre un grande impegno sia tecnico chirurgico che di assistenza anestesiologica - chiarisce Cimador - ma le problematiche aumentano significativamente quando si tratta di prematuri con basso peso alla nascita, come in questo caso. L’espansione della neoplasia aveva superato anche i grossi vasi addominali (aorta e vena cava) preventivamente isolati prima dell’aggressione della massa stessa per evitare possibili emorragie che avrebbero messo in pericolo la vita del piccolo”.

"Un intervento importante - sottolinea il commissario straordinario del Policlinico Giaccone, Alessandro Caltagirone - che assume ancora più valore in un periodo di emergenza come quello attuale segnato dal covid. Come azienda ospedaliera universitaria puntiamo ad accrescere e potenziare sempre di più l’offerta di servizi e di assistenza di alta complessità, specie laddove le patologie possono essere più difficili. La presenza di équipe multispecialistiche che lavorano in sinergia con grande professionalità fa di certo la differenza e contribuisce ogni giorno al raggiungimento di questi risultati”. 

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