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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Piazza Marina

Bando "lampo" per giornalisti all'università, Lagalla: "I tempi erano stretti"

L'Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l'Assostampa hanno chiesto al rettore di chiarire la selezione effettuata dalla società Sintesi, interamente partecipata dall'Ateneo. Il bando era stato pubblicato per soli 5 giorni e solo sul sito dell'Università

Un bando per l'Università ritenuto dai più "sospetto" o dalle tempistiche anomale. L'Ordine dei Giornalisti di Sicilia lancia un appello al rettore affinché faccia chiarezza. La polemica è scoppiata all'indomani della selezione di un giornalista che, per conto della Sintesi srl (socio unico l'Ateneo palermitano), avrebbe dovuto svolgere attività di "supporto alla divulgazione delle attività di ricerca e innovazione dell'Università degli studi di Palermo, con l'obiettivo primario di implementare tutte le azioni necessarie per raggiungere la massima visibilità, anche in occasione dell'Expo 2015". Il compenso per un mese di lavoro? Ottomila euro. Ma l'avviso pubblico è stato pubblicato per soli 5 giorni e solo sul sito dell'Università. "E' stato fatto così per via dei tempi ristretti. Non faccio parte del partito del malpensanti", spiega il rettore Roberto Lagalla a PalermoToday.

LA NOTA DELL'ORDINE - "Desideriamo che venga fatta chiarezza dal rettore dell’Università di Palermo sulla selezione per alcuni servizi di comunicazione all’esterno, espletata nei giorni scorsi con l’assegnazione dell'incarico". Lo affermano l'Ordine dei Giornalisti e l'Associazione siciliana della stampa, che esprimono perplessità sulla pubblicazione e diffusione del bando per un incarico relativo a un mese di lavoro, finalizzato a promuovere attività legate ad Expo, da affidare a un giornalista, cui verrà corrisposto un pagamento pari a 8 mila euro. Ordine e Assostampa intendono approfondire con il rettorato il tema della regolarità formale della procedura seguita, che allo stato attuale non hanno elementi per contestare, ma si pongono il problema di un'effettiva trasparenza e comunicazione della selezione all’esterno, dato che l’avviso è stato pubblicato per soli cinque giorni e su una sola piattaforma. Tutto ciò, ovviamente, ferme restando la stima e la vicinanza ai colleghi che hanno partecipato al bando e alla vincitrice della selezione".

I FATTI - Per promuovere le proprie attività, l'Università (con il tramite di Sintesi, che ha la sede proprio a piazza Marina, vicino al rettorato, ndr) ha dovuto cercare "conoscenze e competenze professionali non possedute dal personale interno" decidendo così di avvalersi di "una prestazione d'opera professionale per il profilo di giornalista/esperto in comunicazione esterna". E così è stato pubblicato il bando a cui i candidati dovevano rispondere tramite posta elettronica certificata entro cinque giorni. Un lasso di tempo così ristretto che ha permesso solo a cinque attenti giornalisti di scoprire questa possibilità lavorativa. I curricula dei candidati sono poi passati al vaglio di una commissione esaminatrice composta dai docenti di Semiotica Giovanni Marrone (presidente) e Dario Mangano (componente), e da Giuseppe Grasso (componente), responsabile settore Comunicazione istituzionale dello staff del rettorato.

LAGALLA: "PROCEDURA D'URGENZA" - Sulla tempistica il rettore Lagalla non ha dubbi. "Sintesi, soggetto in house dell'Università di Palermo, è stata costretta ad utilizzare una procedura d'urgenza per via del poco tempo a disposizione. La partecipata dell'Ateneo, infatti, è stata definita amministrativamente alla fine dello scorso mese di aprile. Non aveva l'obbligo di seguire le stesse procedure di evidenza necessarie per le Amministrazioni pubbliche e l'attività non era legata solo all'Expo, bensì alla promozione dei risultati di progetti e attività scientifiche per conto dell'Università". Resta comunque il fatto che il giornalista avrebbe dovuto fornire la sua prestazione professionale sino al 30 giugno 2015. Ma il rettore non ha dubbi: "A pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca. Ma mi sa proprio che non è questo il caso".

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