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Cronaca

Pnrr, 300 funzionari per i tribunali di Palermo e Termini: entreranno in servizio a febbraio

I neo assunti firmeranno un contratto a tempo determinato di due anni e sette mesi: l'86% è under 40. Saranno chiamati ad affiancare i giudici e coadiuvare gli uffici nello svolgimento delle attività e nello smaltimento dell'arretrato. Immesi (Confsal-Unsa): "Garantire spazi e strumentazioni adeguate"

Sono state pubblicate le graduatorie di merito del concorso per 8.171 addetti all’Ufficio per il processo nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); di questi, 90 sono destinati alla Corte d'Appello di Palermo, 175 al Tribunale di Palermo e 38 a quello di Termini Imerese, per un totale di 303 unità a tempo determinato fra città e provincia.

Dal 20 al 28 gennaio i vincitori, che saranno inquadrati come funzionari, potranno scegliere fra le sedi del distretto giudiziario che comprendono anche i Tribunali di Agrigento, Marsala, Sciacca e Trapani a cui sono destinate altre 107 unità per un totale complessivo di 410. L'immissione in servizio avverrà dal 21 febbraio.

"Diamo il benvenuto alle nuove colleghe e ai nuovi colleghi - dice Roberto Immesi della segreteria provinciale di Confsal-Unsa Giustizia, primo sindacato del ministero della Giustizia - che saranno chiamati ad affiancare i giudici e coadiuvare gli uffici nello svolgimento delle attività e nello smaltimento dell'arretrato. Si tratta di centinaia di nuove unità a cui si dovranno garantire strumentazioni e spazi adeguati nel rispetto delle norme anti Covid: per questo chiederemo rassicurazioni sul rispetto delle norme a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori".

La graduatoria per il Distretto giudiziario della Corte d'Appello di Palermo è composta da 410 vincitori, di cui oltre il 70% donne; la più giovane deve ancora compiere 24 anni, mentre l’86% è under 40. In 16 sono laureati in Economia e commercio o Scienze politiche, mentre 394 sono laureati in Giurisprudenza o Scienze dei servizi giuridici. I neo assunti firmeranno un contratto a tempo determinato di due anni e sette mesi. “Il precariato purtroppo non è la soluzione ai problemi della Pubblica amministrazione e in particolare del mondo della Giustizia – aggiunge Roberto Immesi – Continuiamo a chiedere al Governo nazionale investimenti e assunzioni a tempo indeterminato che oggi sono necessari più che mai”.

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