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Cronaca

Calci nel ventre della compagna incinta (poi costretta ad abortire): arrestato 20enne

Le manette sono scattate al termine di lunghe indagini, partite dopo il racconto della vittima, una ragazza palermitana. La vittima sarebbe stata pestata per oltre un anno: sia durante il periodo della convivenza, che dopo la fine della storia

Avrebbe picchiato la compagna fino a farla abortire. Un ragazzo di 20 anni, palermitano (F.I. le iniziali) è stato arrestato oggi dalla Squadra mobile che ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, Antonella Consiglio. Le manette sono scattate al termine di lunghe indagini, partite dopo il racconto della vittima, una ragazza palermitana, anche lei ventenne. "Si parla di continue prevaricazioni, subite ogni giorno - dicono dalla questura -. Le violenze sarebbero avvenute nel chiuso delle mura domestiche, nel corso della convivenza tra i due giovani che è andata avanti per oltre un anno, e anche al termine della relazione, poi interrotta per volontà della ragazza".

L'episodio più recente risalirebbe alla fine dello scorso mese di febbraio. "Durante un vero e proprio pestaggio - dicono dalla polizia - la giovane ha riportato la frattura delle ossa nasali ed è stata costretta, come già avvenuto in altre occasioni, a ricorrere alle cure dei medici al pronto soccorso. Il quadro che è emerso dalle indagini è caratterizzato dalle percosse continue da parte del ragazzo. Al punto da provocare, in un'occasione, l’aborto della donna, che ha perso il figlio frutto della loro relazione. E' successo quando il giovane, in preda a uno scatto d’ira, ha preso la compagna a calci sul ventre, pur consapevole del suo stato di gravidanza, determinando la perdita del feto". 

Alla fine è stata accolta la richiesta formulata dal pubblico ministero Federica La Chioma, appartenente al pool specializzato della locale Procura della Repubblica, coordinato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, che ha ritenuto il ventenne "gravemente indiziato dei delitti di maltrattamenti, lesioni gravi, violenza privata e procurato aborto". L’impianto accusatorio è emerso dalle investigazioni svolte dagli uomini della terza sezione investigativa della Squadra mobile che avevano raccolto, a più riprese, le dichiarazioni della giovane palermitana.
 

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