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Cronaca Zisa / Piazza Principe di Camporeale

Quarant'anni fa la mafia uccideva Vito Ievolella, Orlando: "Isolato dallo Stato"

In piazza Principe di Camporeale cerimonia in ricordo del maresciallo maggiore dei carabinieri. Il sindaco lo ricorda: "Ha saputo fare luce sugli affari illeciti di Cosa nostra. Onorarne la memoria è un dovere civico"

Esattamente 40 anni fa la mafia uccideva il maresciallo maggiore dei carabinieri, Vito Ievolella, medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Pagò con la vita il suo impegno antimafia. Stamani in piazza Principe di Camporeale, luogo dell'agguato, una cerimonia commemorativa. Presenti, oltre alla figlia del graduato, anche il generale di corpo d’armata Gianfranco Cavallo, comandante interregionale carabinieri ‘Culqualber’; il generale di brigata Rosario Castello, comandante della Legione Sicilia; il generale di brigata Giuseppe De Liso, comandante provinciale di Palermo. 

"Il sacrificio del maresciallo Ievolella, come quello di migliaia di servitori dello Stato - ha detto Cavallo - è per tutti noi un monito e per
onorare la sua memoria il nostro impegno , è e sarà quello di tenere sempre presente il suo ricordo ed i valori che ci ha trasmesso”.

"L’Amministrazione è qui, come ogni anno – ha sottolineato il vicesindaco Fabio Giambrone - per rendere omaggio al maresciallo Ievolella e per esprimere al contempo, nel ricordo di questo coraggioso uomo delle Istituzioni, l’apprezzamento sincero per il lavoro che, ogni giorno, donne e uomini dei carabinieri svolgono per la tutela e la sicurezza di tutti noi e della nostra società".

"Ricordare il sacrificio di Vito Ievolella – ha affermato il sindaco, Leoluca Orlando - è un atto di riconoscenza e di rispetto nei confronti della famiglia e dell'Arma dei carabinieri. La vicenda umana di Ievolella evoca anni bui della nostra storia, quando pezzi fondamentali dello Stato erano distratti, se non collusi, e la lotta al potere criminale-mafioso non era prioritaria. Ievolella, invece, con coraggio e impegno, isolato da uno Stato che avrebbe dovuto proteggerlo, ha saputo fare luce sugli affari illeciti di Cosa nostra. Onorarne la memoria è un dovere civico".

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