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Cronaca Cinisi

Peppino Impastato, 44 anni fa l'omicidio a Cinisi: maratona di eventi per ricordare il figlio ribelle che disse no alla mafia

Il giornalista e speaker di Radio Aut fu ucciso il 9 maggio 1978 per volere del boss Tano Badalamenti. Il sindaco Orlando: "La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro Cosa nostra e i suoi legami con la politica"

Quarantaquattro anni fa a Cinisi Peppino Impastato, speaker di Radio Aut e figlio ribelle di Luigi Impastato e Felicia Bartolotta, veniva ammazzato dalla mafia per volere del boss Badalamenti.

Le iniziative in programma nel Comune e nella confinante Terrasini, dove aveva sede la radio dai cui microfoni il giornalista (postumo) prendeva in giro "Tano seduto", per ricordare le sue battaglie, il suo impegno - che gli è costato la vita - contro Cosa nostra, sono iniziate le scorso 6 maggio e si concluderanno oggi.

Era scomodo e irriverente, il militante di Democrazia proletaria, candidato al consiglio comunale di Cinisi. Il 9 maggio del 1978 avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale, ma così non è stato perchè le sue denunce, fatte via radio, attraverso la trasmissione Onda Pazza hanno colpito nel segno e per questo è stato messo a tacere.

Le sue idee e il suo coraggio però no, sono ancora vivi e camminano sulle gambe del fratello Giovanni e della nipote Luisa, presidente di Casa Memoria, e di moltissime altre persone che negli anni hanno conosciuto la storia di Peppino e ne hanno tratto ispirazione. 

"L'esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti a rifiutare i condizionamenti criminali. E' un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla. Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio ordito da pezzi dello Stato. Impastato pagò con la vita l'avere sfidato la mafia in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi. Il recupero del casolare dove fu ucciso è un ulteriore contributo alla gratitudine e alla ammirazione da parte di tutti e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni", così il sindaco Orlando ricorda il militante.

Il programma della giornata comincia questa mattina alle 10 con un presidio nel casolare dove fu ucciso, prima di essere fatto saltare in aria, recentemente acquisito tra i beni della Regione, e va avanti fino a questa sera. "Saremo a Cinisi - fanno sapere dalla Cgil - per dire che non siamo indifferenti alla violenza mafiosa, alla violenza fascista, alla violenza del capitalismo privato, ma anche alla violenza di un capitalismo di Stato che ci vuole rassegnati e che alimenta le differenze tra le persone e lo sfruttamento delle persone. Noi come Peppino sappiamo da che parte stare, perché come lui sappiamo che in questa terra non ci sarà cambiamento senza una rivoluzione culturale e sociale e una partecipazione democratica attiva”.

Il programma completo

Ore 10 presidio al Casolare. Interventi dei referenti delle associazioni, familiari e compagni di Peppino. Performance di Our Voice, performance “Fioritura Collettiva” di e con Clara Burgio, con Mariagrazia Balistreri e Desirèe Burgio)

Ore 16 Corteo da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria (Cinisi)

Ore 18.30 interventi da Casa Memoria

Saranno esposte diverse mostre tra cui “L’atlante dei conflitti e delle forme del pacifismo nella storia recente” presso piazza Vittorio Emanuele Orlando, a Cinisi; “Ri-scatti Umani” (10 foto selezionate al concorso fotografico Guido Orlando) nell'ex casa Badalamenti; "Io non Ritratto – Peppino Impastato una storia collettiva", mostra di Pino Manzella dedicata ai compagni/e di Peppino non più in vita (Margaret Cafè).

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