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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Romagnolo / Via Ponte di Mare

Investito e ucciso mentre buttava i rifiuti la sera di Capodanno: assolto l'automobilista

Scagionato Emanuele Lo Giudice, accusato di omicidio stradale per la morte di Salvatore Guercio, 73 anni, avvenuta nel 2020. La vittima attraversava accanto alle strisce ma in modo obliquo. L'imputato al momento dell'impatto non andava oltre i 30 chilometri orari e soccorse il pedone. Mai eseguita l'autopsia: "Non chiare le cause del decesso"

Erano circa le 18 ed era sceso a gettare la spazzatura, attraversando via Ponte di Mare, vicino alle strisce ma in modo obliquo. Era il 31 dicembre del 2019, un giorno di festa, quando Salvatore Guercio, 73 anni, venne però investito da Emanuele Lo Giudice, alla guida di un'Audi Q3. Poche ore dopo Capodanno, il pedone era deceduto all'ospedale Civico. L'automobilista era finito sotto inchiesta per omicidio stradale, accusa dalla quale, al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato, è stato ora assolto.

Il giudice Fabio Pilato ha accolto le tesi dell'avvocato Salvatore Battaglia (nella foto), che assiste l'imputato, che ha puntato soprattutto sul fatto che non sarebbe mai stata accertata chiaramente la causa della morte di Guercio, ovvero se realmente fosse deceduto in seguito alle lesioni riportate dopo l'impatto o per altro, ma anche sul fatto che l'automobilista, al momento dell'incidente, sarebbe andato ad una velocità tra i 20 ed i 30 chilometri orari, che avrebbe provato a frenare per evitare il pedone e che avrebbe anche prestato soccorso alla vittima, chiamando l'ambulanza e restando sul posto finché l'uomo non era stato trasportato in ospedale. I parenti di Guercio, assistiti dall'avvocato Nino Zanghì, sono stati risarciti dall'assicurazione e non si sono dunque costituiti parte civile nel processo.

Salvatore Battaglia-2Subito dopo l'incidente, Lo Giudice si era fermato e il pedone sarebbe stato lucido. Aveva chiamato i soccorsi e in via Ponte di Mare erano arrivati anche i famigliari di Guercio. Dopo una trentina di minuti, i sanitari del 118 avevano deciso di portare la vittima al Civico. Come hanno accertato alcune indagini difensive, alle 23 del 31 dicembre un rapporto della polizia avrebbe escluso il pericolo di vita per Guercio. Che, tuttavia, poche ore dopo era spirato.

L'automobilista era finito sotto inchiesta e gli era stata anche sequestrata l'auto. L'autopsia sul corpo del pedone non è mai stata eseguita e anche i rilievi sul luogo dell'incidente non sarebbero stati compiuti in maniera esaustiva, tanto che è stato possibile stabilire la velocità dell'auto soltanto al momento dell'impatto e non anche nel tratto precedente. Il consulente della difesa, il professore Paolo Procaccianti, ha escluso che la causa del decesso di Guercio fosse da ricercare nelle lesioni riportate nell'incidente. Quello della Procura si è pronunciato in senso diverso ma soltanto in base a delle probabilità.

Non solo. La difesa ha messo in evidenza come al momento dell'impatto, il palo della luce all'altezza del strisce pedonali fosse spento e come il cartello che indicava l'attraversamento fosse girato al contrario. Tutti elementi che avranno pesato sulla decisione del giudice che, alla fine, ha deciso di assolvere l'automobilista.

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