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Cronaca

Chiede i danni al Civico per una lesione a un dito, ma viene condannato: "Non fu colpa dei medici"

L'uomo, dopo un incidente sul lavoro, aveva riportato una ferita all'indice della mano destra e a suo avviso in ospedale non sarebbe stato seguito correttamente. La Cassazione ha confermato le precedenti sentenze che avevano escluso responsabilità a carico dei sanitari e il paziente dovrà pagare più di 4.500 euro

Dopo un incidente sul lavoro, aveva riportato una lesione all'indice della mano destra che gli avrebbe poi creato molti problemi. A suo avviso, la colpa sarebbe stata dei medici dell'ospedale Civico, che non lo avrebbero seguito e curato correttamente. M. M. aveva quindi citato in giudizio l'azienda ospedaliera per farsi pagare i presunti danni, ma i giudici gli hanno sempre dato torto: i sanitari seguirono infatti tutti i protocolli e non avevano quindi alcuna responsabilità. Adesso la sesta sezione civile della Cassazione, presieduta da Antonietta Scrima, ha confermato questa impostazione ed ha deciso di condannare l'uomo a pagare le spese di giudizio al Civico, oltre 4.500 euro.

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A ricorrere alla Suprema Corte era stato proprio M. M., al quale prima il tribunale e poi, l'8 febbraio dell'anno scorso, anche la Corte d'Appello avevano dato torto, ritenendo che non fosse stato dimostrato il nesso di causalità tra i problemi di salute dell'uomo e le cure ricevute al Civico. In Cassazione, M. M. ha sostenuto, tra l'altro, che "i sanitari dell'Arnas Civico non hanno dato giusto peso alla lesione riportata al tendine flessore del secondo dito della mano destra, ritenendo che cicli di fisioterapia e laser terapia sarebbero stati sufficienti ad ottenere la guargione". Inoltre ha messo in evidenza il suo "graduale peggioramento nonostante fosse stato scrupolosamente seguito quanto prescritto dai medici" dell'ospedale e affermando che "sotto il profilo di causalità era stato documentalmente provato e giustificato il rapporto causa effetto tra la terapia prescritta inadeguata e i gravi postumi inabilitanti che ne sono derivati".

Un ricorso che è stato giudicato inammissibile dalla Suprema Corte e così M. M., anziché ottenere il risarcimento dei danni che chiedeva, è stato condannato a pagare le spese di giudizio al Civico, liquidate in oltre 4.500 euro.

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