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Cronaca

"La passione di Cristo", rappresentazione a Marineo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Un testo medievale in versi risalente alla fine del XIII sec. riproposto dal De Bartholomeis nella sua raccolta “Laude drammatiche e rappresentazioni sacre”, edita nel 1945, rivive oggi a Marineo, in tutta la sua bellezza linguistica, grazie alla cura del regista Nino Triolo e l’impegno e la passione dei collaboratori e degli attori. La Passione di Cristo conosciuta come “la Passione del Colosseo”, veniva rappresentata dalla Confraternita di Santa Maria del Gonfalone il Venerdì Santo nella splendida cornice dell’Anfiteatro Flavio, fino al 1558 quando, in pieno clima da Controriforma, cadde in disuso.

La dolcezza musicale della lingua italiana del ‘200 si incontra con la cruenta storia della condanna a morte del Cristo, del suo sanguinoso martirio (“…e gli sia ciascun membro ben toccato, mostri ciascun sua forza con dottrina/ con franco braccio e con gran disciplina) e attraverso la fisicità dei personaggi rende viva, vicina e tangibile l’esperienza della Redenzione. Il suono dello shoffar apre la scena e richiama il pubblico/popolo allo shemà, all’ascolto della Parola, alla visione del Verbo che soffre, geme e muore. Luci, musiche, lamenti della tradizione marinese accompagnati dal suono della ‘troccula” che riproduce e ricorda il suono delle catene cui Cristo fu legato, fanno da cornice. Ma la storia della Passione e morte, come tutti sappiamo è una storia di Vita che risuscita nel terzo giorno, vita non più soggiogata dallo scacco della morte.

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