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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Altofonte

Scassinano distributore di benzina col flex, ma si pentono e pagano i danni: assolti

I tre autori del colpo, avvenuto sulla Palermo-Sciacca, si sono resi conto che rischiavano di far saltare tutto per aria e hanno rinunciato. Hanno inoltre inviato al gestore della pompa di benzina del denaro come risarcimento

La missione era semplice: scassinare la colonnina self service della Tamoil che si trova lungo la Palermo-Sciacca, all’altezza di Altofonte, rubare i soldi e scappare. Solo che i tre autori del colpo, mentre lavoravano di flex nella pompa di benzina, si sarebbero resi conto che rischiavano di far saltare tutto per aria. E, anche se squattrinati, a pochi giorni dallo scorso Natale, avevano deciso di mollare. Ma erano stati bloccati e arrestati dai carabinieri. Il “pentimento” di Ivan e Giovanni Caravello, e di Davide Schiera - i tre finiti sotto processo per tentato furto - è però servito davanti al giudice monocratico che, nonostante gli imputati abbiano ammesso i fatti, ha deciso di assolverli.

Gli avvocati Carmelo Ferrara, Maurilio Panci e Salvatore Vallone che li difendevano sono infatti riusciti a far derubricare il tentativo di furto in danneggiamento e, visto che questo reato è stato depenalizzato dal governo Renzi, i tre sono stati assolti. I Caravello e Schiera, peraltro, subito dopo il loro arresto, il 19 dicembre scorso, avevano deciso di mettere insieme 250 euro e di recapitarli al gestore della pompa di benzina: un modo per contribuire alle spese di riparazione della colonnina che avevano scassinato.

“A spingerci è stata la necessità – hanno riferito i tre imputati al giudice – ma ci siamo pentiti subito di quello che stavamo facendo, anche perché abbiamo avuto paura che potesse succedere qualcosa di grave”. Quella sera, infatti, i tre, con flex, martelli e cacciaviti (ritrovati poi dai carabinieri che li avevano arrestati) avevano tentato di scassinare la colonnina self service, ma per le difficoltà incontrate, avevano deciso di rinunciare. Poi, però, ci avrebbero ripensato e sarebbero tornati alla Tamoil per completare l’opera. A quel punto, tuttavia, si sarebbero resi conto che armeggiare con un flex in un distributore di benzina avrebbe potuto essere quantomeno pericoloso e si sarebbero definitivamente convinti che il gioco non valeva la candela. I carabinieri, insospettiti dai rumori, li avevano però individuati in una piazzola di sosta vicina al distributore di benzina. E, visti gli attrezzi che avevano in macchina, li avevano arrestati. Il ravvedimento dei tre è servito adesso davanti al giudice che, anche alla luce del loro racconto e del loro comportamento processuale, li ha assolti.

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