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Cronaca Terrasini

Palermo città metropolitana, Terrasini pronta alle barricate

Il sindaco Cucinella: "Non si possono cancellare 176 anni di storia". Il Comitato cittadino: "Disegno folle che calpesta la dignità di centinaia di migliaia di persone"

I Comuni di Cinisi e Terrasini a breve potrebbero non esistere più. La giunta regionale Siciliana ha approvato il disegno di legge che trasforma Palermo in una città metropolitana e ingloba ben 20 Comuni della provincia al suo interno. Cinisi e Terrasini sono tra questi. La notizia, già nell'aria da qualche tempo, ma ufficializzata venerdì scorso ha creato il panico nei territori interessati e anche sul web diventando quasi l'unico argomento di discussione sulle Fan page locali.

Per una volta cittadini e amministratori sono tutti dalla stessa parte e condividono un comune "nemico": il governatore Rosario Crocetta.

"Centosettantasei anni di storia del popolo terrasinese non possono essere cancellati. Il nostro Comune è addirittura più vecchio della Regione stessa. Questo provvedimento è ingiusto", commenta il sindaco di Terrasini Massimo Cucinella.

D'accordo con lui anche il neonato Comitato cittadino "No Città Metropolitana": "L’accorpamento dei comuni alla città di Palermo è un disegno folle che calpesta la dignità di centinaia di migliaia di cittadini che si riconoscono nell’identità comunale. Tremendi sarebbero gli effetti: interi paesi diventerebbero quartieri palermitani con servizi scadenti o inesistenti. Inevitabile sarebbe il degrado delle condizioni economiche e sociale. La giunta regionale cade nel ridicolo quando afferma che l’obiettivo è quello di creare situazioni similari a Bruxelles o Parigi: Palermo, purtroppo, non è una grande capitale europea ma una città piena di problemi irrisolti che non può farsi carico di altri 500 mila abitanti. Il comitato non farà passare in sordina il disegno di legge sulle citta metropolitane, nel rispetto delle leggi e delle istituzioni, si adopererà con tutti i mezzi possibili per bloccare un’iniziativa politica da considerarsi irrispettosa, illogica e dalle conseguenze drammatiche".

Nemmeno il sindaco ha intenzione di rimanere fermo: "Sentirò i consiglieri comunali e il sindaco di Cinisi, Salvatore Palazzolo, perchè penso siano contrari come me al disegno di legge e decideremo insieme come agire. Penso comunque che agiremo sia politicamente che attraverso la via giudiziaria. Faremo un controllo di legittimità poichè la Corte Costituzionale prevede i Comuni e, dunque, non sono certo che si possano cancellare. I tempi per intervenire ci sono; faremo un consiglio per dibattere la questione e poi daremo il via ai fatti".

Ma come cambierebbe la "vita" delle amministrazioni comunali con la nascita della città metropolitana? "I sindaci non avrebbero più potere decisionale. Il loro diventerebbe un ruolo esecutivo di scelte fatte da altri. A fare le scelte sarebbe Palermo e questo conporterebbe notevoli rischi. Nessuno si avvicinerebbe più alla politica poichè - spiega il sindaco - sfido chiunque  a candidarsi, metterci la faccia e poi dover dare delle risposte ai cittadini che lo hanno eletto senza avere potere d'azione. Dal punto di vista economico sarebbe poi una tragedia per il territorio. La città metropolitana avrebbe il controllo per esempio sul Piano regolatore e quindi potrebbe decidere di non investire sul turismo cancellando il lavoro fatto sin ora in tal senso. Anche altre aree di intervento fondamentali come la scuola e la viabilità sarebbero sotto il suo controllo. Palermo è lontana, serve un occhio più vicino per capire cosa serve al territorio".

E dal punto di vista economico ci sarebbe un risparmio? "Praticamente no. Ci sarebbe soltanto qualche consigliere in meno e i consiglieri prendono solo i gettoni di presenza. Per il resto rimarrebbero gli assessori, il sindaco e il presidente del consiglio e non si manderebbero certo a casa i 160 dipendenti che continuerebbero ad essere pagati per lavorare di meno; diminuirebbero infatti di certo le loro attività".

La controproposta del sindaco. "Sarebbe stato molto più sensato istituire un organismo di coordinamento delle scelte comunali. Non si possono imporre le decisioni dall'alto. Così facendo si escludono i cittadini che si sentono giustamente defraudati", aggiunge il primo cittadino.

Infine, attacca Cucinella, "questo provvedimento della Regione smentisce quanto fatto sin ora: non ha senso eliminare le province e poi creare un ente intermedio che ne inglobi i poteri".

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