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Salute

Palermo tra i centri pilota d'Italia per catalogare le infezioni resistenti agli antibiotici

Insieme allo Spallanzani di Roma e ad altri, lo studio punterà lo sguardo su batteri, funghi, virus e ogni altro microrganismo multi-resistente ai farmaci antimicrobici. Il registro consentirà di monitorare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza

La società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) avvia un importante progetto per impegnarsi nella lotta contro i microrganismi multiresistenti agli antibiotici, fenomeno in crescita in tutta Europa, con l'Italia che è tra i Paesi con le peggiori performance. Si chiama Resistimit, il progetto che consiste in una piattaforma clinica che mette in rete diversi centri di malattie infettive che lavoreranno insieme per creare un registro dinamico sulle infezioni multiresistenti in Italia. A far partire l'iniziativa sono dieci centri pilota, dislocati in tutte le aree del Paese. Tra questi anche Palermo, insieme a Roma con Spallanzani, Tor Vergata e Umberto I, Napoli con Cotugno e Federico II, Bari, Foggia, Pisa, Varese, Modena, Perugia e Padova.

Non appena giungerà l'approvazione dei comitati etici, il progetto si estenderà ai centri di malattie infettive che vorranno partecipare. Infettivologi di diverse aree d'Italia, in rappresentanza di questo nucleo fondativo, si sono riunite a Pisa per il convegno "La resistenza agli antimicrobici nella real-life" finalizzato all'analisi del fenomeno e alla stesura di un protocollo di operatività. 

"L'obiettivo è quello di creare una struttura che permetta di ottenere un registro degli organismi multiresistenti nelle varie regioni italiane tramite applicativi informatici idonei - spiega il professor Marco Falcone, segretario Simit e professore ordinario di Malattie Infettive all'Università di Pisa -. Oggetto di questo studio saranno batteri, funghi, virus e ogni altro microrganismo resistente ai farmaci antimicrobici. Il registro sarà funzionale a diversi scopi: da un lato, consentirà di monitorare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza; dall'altro permetterà di indagare caratteristiche e meccanismi di acquisizione delle infezioni causate da questi microrganismi nelle persone più colpite. Inoltre, sarà la base anche per pianificare ulteriori approfondimenti sui nuovi farmaci antimicrobici. Abbiamo a disposizione molecole attive molto interessanti, ma si deve adottare un uso attento, che però non significa una marginalizzazione degli antibiotici, che restano preziosi salvavita. I nostri centri clinici devono fornire ai decisori, compresa Aifa, un supporto tecnico-scientifico basato su dati di real-life per dimostrare efficacia e sicurezza dell'uso degli antibiotici nel nostro Paese".

"Il progetto Resistimit è curato da un board di giovani infettivologi con una profonda esperienza sia clinica che di ricerca - sottolinea il professor Claudio Mastroianni, presidente Simit e coordinatore del progetto insieme al professor Falcone -. Questa iniziativa rientra nelle strategie della nostra società scientifica per coinvolgere le nuove generazioni di specialisti nella costruzione di un network per la raccolta dei dati e delle informazioni contro un fenomeno quale quello dei microbi multiresistenti, caratterizzato da numeri allarmanti e dall'assenza di adeguate contromisure. In Italia, infatti, manca una reportistica adeguata: sappiamo che esiste questo problema, ma non ne conosciamo le dimensioni, non abbiamo certezze su quali siano le infezioni più gravi e quelle più difficili da trattare. Con questa iniziativa si offrirà alla comunità scientifica un prezioso strumento per analizzare nel dettaglio tutte le sfaccettature di questa problematica, utile anche per istituzioni e altri enti che volessero ottenere informazioni aggiornate sulle infezioni provocate da microrganismi multiresistenti".

Tra le iniziative già avviate in questi mesi nella lotta ai batteri multiresistenti vi è anche la piattaforma messa a punto presso il Policlinico di Tor Vergata, un software in cui vengono inseriti tutti i fattori utili per diminuire la resistenza dei germi e per capire quale fattore abbia provocato l'aumento della resistenza.
 

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