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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Medici e infermieri in ospedale come in trincea: un'aggressione ogni quindici giorni

Sindacati e associazioni a tutela dei lavoratori parlano di emergenza e chiedono alla politica di scendere in campo a tutela degli operatori sanitari. Il sottosegretario alla Sanità, Davide Faraone: "Useremo ogni strumento utile a loro difesa"

Il vero rischio per medici e infermieri? Non quello di contrarre qualche patologia stando a contatto con i pazienti, ma l'essere diventati bersaglio di aggressioni e violenze. Sembra questa la situazione negli ospedali siciliani, quelli palermitani inclusi, stando a guardare le statistiche. I numeri parlano di un’aggressione ogni quindici giorni contro medici e infermieri dei pronto soccorso del capoluogo siciliano e decine di atti di intimidazione verso i camici bianchi denunciati in tutta la Sicilia.

Il 2 dicembre scorso un’infermiera dell’ospedale pediatrico Di Cristina è stata spintonata e minacciata dai familiari di una bimba. A fine novembre, un infermiere del pronto soccorso di Partinico è stato aggredito brutalmente da un paziente e ha riportato una frattura dello zigomo e dell'osso parietale. Non molto tempo prima, un paziente in attesa di ricovero al Policlinico aveva aggredito medici e infermieri in uno scatto d'ira.

Una situazione grave, tale da indurre il collegio degli infermieri della provincia di Palermo (Ipasvi) a scrivere una lettera aperta ai manager dell’Arnas Civico, dell’ospedale Villa Sofia Cervello, dell’Asp e del Policlinico sottolineando denunciando che "la violenza nei pronto soccorso sta diventano un’emergenza. Come tale va prevenuta, utilizzando gli strumenti previsti dal ministero della Salute”. La Cimo invoca un’audizione urgente delle commissioni Antimafia e Sanità all’Ars e torna a chiedere, come già nel 2015, l’intervento dei prefetti di tutta la Sicilia, la Uil chiede che vengano reintrodotti i posti di polizia nei pronto soccorso, dove spesso sono stati ridimensionati per la spending review.

Il sottosegretario alla Sanità Davide Faraone, a Catania proprio all'indomani di un'aggrassione ai danni di un medico all’ospedale Vittorio Emanuele, ha garantito che "I medici e quanti operano in contesti sociali difficili non vanno lasciati soli. Occorre ascoltarli per comprendere dalla loro viva voce quali interventi sarebbero i più efficaci per sostenerli nella loro azione che vede al centro i cittadini e il loro bisogno di salute. Metteremo in campo ogni strumento utile a migliorare le condizioni di lavoro dei tanti medici e operatori sanitari in genere impegnati per la salute dei cittadini, anche in contesti ambientali speso difficili".
 
 

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