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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Partinico

Covid, ospedale di Partinico: la Fials chiede l’intervento dei Nas e dell’Anticorruzione

La richiesta di accesso agli atti inviata all’Asp dopo il caso di contagio di un paziente, avvenuta lo scorso 27 giugno, non ha avuto infatti alcun esito

Sull’ospedale di Partinico la Fials-Confsal si rivolge ai Nas e all’Anticorruzione. La richiesta di accesso agli atti inviata all’Asp dopo il caso di contagio di un paziente, avvenuta lo scorso 27 giugno, non ha avuto infatti alcun esito. L’uomo era risultato positivo ed era rimasto per tre giorni nella cosiddetta “area grigia” allocata in due stanzette del pronto soccorso. Caso denunciato dalla Fials-Confsal di Palermo che aveva chiesto delucidazioni senza ottenerne risposta.  

Il segretario provinciale Enzo Munafò a quel punto ha fatto formale richiesta di accesso agli atti per capire se potevano configurarsi eventuali responsabilità sulla individuazione errata dell’area grigia con l’avvenuto conseguente spostamento in “piena emergenza” al primo piano dei pazienti, richiesta legittima a tutela di lavoratori e pazienti in termini di salute e sicurezza.

La Fials-Confsal nella richiesta di accesso agli atti ha chiesto per capire “chi ha voluto che l’area grigia fosse sistemata all'interno del pronto soccorso? Per i lavori di ristrutturazioni del primo, secondo e quarto piano chi è stato nominato direttore dei lavori e rup?”. Sono stati chiesti chiarimenti anche sulla presunta mancanza di certificazioni, collaudo e consegna lavori degli stessi, “quali procedure amministrative per affidare i lavori di ristrutturazione del primo, secondo piano e quarto piano, dal momento che, sul sito aziendale non si evince la delibera” e chi eventualmente ha autorizzato lo spostamento dell’area grigia al primo piano senza avere preventivamente acquisito la consegna dei locali.

Secondo la Fials-Confsal questi chiarimenti sono necessari anche perché “quanto è avvenuto il 27 giugno è scaturito da una cattiva individuazione dell’area grigia che ha messo a repentaglio e a rischio la salute e la sicurezza degli operatori e dei pazienti, tanto è vero che il pronto soccorso in quella occasione è rimasto chiuso per un tempo limitato per essere sanificato e poi riaperto. Un intervento che ha quindi riguardato l’intera area d'emergenza con il conseguente trasferimento dei pazienti proprio al primo piano dell'ospedale, locali che se come è stato rappresentato al sindacato (privi di collaudo e consegna dei lavori) non garantiscono la sicurezza per pazienti e operatori”.

L’Asp ha per regolamento 30 giorni di tempo per rispondere alle nostre richieste che ad oggi non sono pervenute. La totale assenza di risposta da parte della direzione aziendale equivale a rigetto. “Per questo motivo presentiamo - dice Enzo Munafò - opposizione al responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza con istanza di riesame, invitando i Nas a verificare tali certificazioni o eventuali irregolarità, considerato che al sindacato, di fatto, è stata negata la possibilità di fare chiarezza nella massima trasparenza degli atti a salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a tutela di operatori e pazienti e che ad oggi gli stessi locali del primo piano sono ancora in uso quale area grigia che da verbali interni risulterebbe essere stata individuata invece al pronto soccorso”. Inoltre, dichiara Enzo Munafò, “valuteremo gli estremi della condotta antisindacale di cui all’art. 28 dello Statuto dei lavoratori (legge n. 300 del 1970) considerato che tale comportamento lede oggettivamente l’esercizio del diritto alla tutela degli interessi collettivi di cui sono portatrici le organizzazioni sindacali”.

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