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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Alla scoperta del fiume Oreto, un viaggio fra natura e rifiuti

Il documentarista Igor D'India si è lanciato in un'avventura solitaria, risalendo il corso d'acqua palermitano in quaranta ore, suddivise in quattro tappe distinte. Ecco come la natura resiste all'inciviltà del genere umano

Un viaggio lungo venti chilometri, un fiume abbandonato a se stesso e all'incuranza della gente, un video maker (guarda il trailer) curioso e voglioso di portare alla luce lo stato di degrado del corso d'acqua palermitano. Questi gli ingredienti dell'incredibile documentario "Oreto - The urban adventure" di Igor D'India. Quaranta ore di risalita concentrate in un video di trenta minuti (guarda il video integrale), durante i quali l'autore ci mostra con dovizia le sorprese che il viaggio gli ha riservato: rifiuti, tanti rifiuti, ma anche natura incontaminata, capace di resistere all'inciviltà della gente e alla cattiva amministrazione dei politici locali.

Il lavoro di Igor D'India, palermitano classe '84, è cominciato nel maggio del 2010, con partenza da Sant'Erasmo, e si è concluso nell'aprile 2011 lì dove nasce il torrente, a Pioppo, frazione di Monreale. L'impervia risalita e la sua documentazione hanno aperto un mondo sulle condizioni del fiume Oreto, sul contrasto fra la bellezza di un prodotto della natura e il disastro ambientale provocato per mano dell'uomo. Bisce, anatre selvatiche, tartarughe e immacolate pareti rocciose, ma anche cellulari, copertoni e carcasse di automobili.

Per portare a compimento il progetto, dopo una pausa forzata per un problema alla caviglia dovuto ad un incidente che lo ha bloccato per cinque lunghi mesi, il giovane documentarista ha cominciato con un pantalone impermeabile, un machete e una telecamera pesante. Lo status del fiume, però, lo ha costretto a rivedere l'attrezzatura utilizzata, passando così ad una reflex digitale, uno scafandro, una muta da sub, metri e metri di corda, un piccolo canotto ed un bastone come apripista, per evitare di restare affossato nella melma depositata sul fondo del fiume. Un ultimo accorgimento, a scopo precauzionale, è stato quello di comunicare la propria posizione al soccorso alpino. L'anteprima del video integrale è stata trasmessa domenica 4 marzo al Palab (via del Fondaco)

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