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Cronaca Oreto-Stazione

Zona Oreto, sfince congelate ma vendute come fresche: sequestrati 50 chili di alimenti

I controlli sono stati eseguiti dagli agenti del Naf, il nucleo antifrode della polizia municipale. Il titolare del panificio è stato denunciato

Cinquanta chili di prodotti alimentari congelati venduti come freschi sono stati sequestrati in un panificio nella zona di via Oreto (non è stato reso noto il nome ndr.). Il titolare  - S.R. di 24 anni - è stato denunciato all’autorità giudiziaria per frode in commercio. Deve rispondere anche della cattiva conservazione dei cibi e della non idonea produzione del ghiaccio alimentare.  L’intervento è stato compiuto dagli agenti del Naf, il nucleo antifrode della polizia municipale nell’ambito dei controlli predisposti dal comando di via Dogali sulla sicurezza alimentare. 

Dal sopralluogo all'interno dei locali, composti da una sala di vendita con annesso laboratorio-cucina e laboratorio di panificazione, è emerso che il titolare esponeva nel banco di vendita, pasticceria mignon, cornetti, e treccine senza indicare ai consumatori nella lista degli ingredienti. "Nessuna indicazione - spiegano i vigili - anche per lo stato di congelamento dei vari prodotti. Inoltre, della crema di ricotta zuccherata congelata all'origine e utilizzata per la farcitura di genovesi, lingue di suocera, cartocci, cornetti, sfince e cassate al forno, non esisteva alcuna comunicazione alla clientela, traendo in inganno gli ignari acquirenti sulla qualità degli alimenti".

E’ stata inoltre riscontrata la non idonea conservazione dei cibi, all’interno di un congelatore dove l'attività di stoccaggio avveniva fuori controllo e gli alimenti erano custoditi in promiscuità tra di loro, a rischio di contaminazione e privi dell'indicazione relativa alla data di congelamento. Ancora, all'interno di un altro frigorifero venivano rinvenuti condimenti per primi piatti, salumi, speck, mortadella e bacon, stantii, privi di confezione e senza le informazioni necessarie sulla provenienza del prodotto. 

Alcuni blocchi di ghiaccio alimentare erano in cattivo stato di conservazione. Il ghiaccio veniva autoprodotto senza utilizzare la prescritta macchina del ghiaccio e quindi soggetto a rischio di contaminazione microbiologica durante la fase di produzione non eseguita secondo le corrette prassi igieniche.

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