Chiusure alle 24 e limitazioni sugli alcolici per Italia-Macedonia, i gestori dei locali: "Imprenditori umiliati"
I titolari degli esercizi del centro insorgono contro l'ordinanza del sindaco emanata su indicazione del questore: "Una festa trasformata nell'ennesima occasione per penalizzare un settore già soffocato dalle restrizioni Covid e dagli aumenti"
I gestori dei locali del centro insorgono contro l'ordinanza del sindaco Leoluca Orlando che decreta la chiusura delle attività commerciali entro la mezzanotte e vieta la vendita per asporto di alcolici dalle 18 oggi e domani, in occasione della partita Italia-Macedonia del Nord. "Doveva essere una festa invece si è trasformata in un’ulteriore umiliazione nei confronti di imprenditori, lavoratori e relative famiglie che, dopo due anni indicibili, oggi non possono più permettersi neanche un’ora di limitazione del proprio diritto al lavoro, specie se del tutto gratuita e non concretamente motivata", è lo sfogo su Facebook di Giuseppe Silvestri, titolare del Cantavespri.
Non è la prima volta che viene emanata un'ordinanza del genere. Sin dai tempi di Italia '90, quando a Palermo arrivarono migliaia di tifosi irlandesi e olandesi, si è sempre cercato di limitare il consumo di alcolici per motivi di sicurezza. E anche in questo caso l'atto del sindaco nasce anche da un invito della Questura "in considerazione di potenziali criticità che potrebbero verificarsi durante l'incontro di calcio Italia-Macedonia del Nord ed in considerazione di potenziali criticità che possono derivare dall'uso di sostanze alcoliche e superalcoliche e dal distorto utilizzo di contenitori in vetro, alluminio (lattine) ed in plastica”.
Lo stop nel dettaglio riguarderà tutte le attività di somministrazione di alimenti e bibite ricadenti nell’area ricompresa tra piazza Giulio Cesare e piazza Crispi (piazza Croci) e in particolare piazza Sant’Anna, piazza Caracciolo, piazza Magione, via Isidoro La Lumia, via Maqueda e corso Vittorio Emanuele. Vietato anche vendere bevande di ogni tipo in bottiglie di vetro o in lattina vicino allo stadio. Stavolta, però, a differenza di quanto accadde durante il mondiale italiano di 32 anni fa, non si prevede un afflusso massiccio di tifosi macedoni, considerato anche che la federazione del Paese balcanico ha restituito una parte di biglietti rimasta invenduta. A ciò si aggiunge anche il fatto, sottolineato da molti imprenditori del settore, che l'ordinanza sindacale arriva in un periodo in cui le attività commerciali sono state penalizzate dalle restrizioni dovute all'emergenza Covid e dai rincari di questo inizio 2022. E così è scattata la protesta.
"Il questore avrà le sue ragioni - dice Doriana Ribaudo, titolare dell'Osteria Ballarò di via Calascibetta - ma se noi dobbiamo diventare come pubblici esercizi controllori dell'ordine pubblico, occorre che si faccia un ragionamento ampio coi rappresentanti delle forze dell'ordine per affrontare questo tema. Rispetteremo le regole come facciamo sempre, ma le zone franche resteranno zone franche così come lo sono a prescindere dalle ordinanze". Secondo Ribaudo "sta passando il messaggio di un problema di ordine pubblico nel centro storico, ma per risolverlo non servono misure sporadiche, creiamo un coordinamento, si combatta veramente il degrado e l'abusivismo nel centro storico". Infine la titolare del ristorante a due passi da piazza Borsa annota: "Giovedì sera ho una prenotazione di un grosso tour operator, cosa faccio? A mezzanotte li faccio alzare e dico che devo chiudere? Questa ordinanza colpisce tutti in maniera indiscriminata".
Dello stesso parere Salvatore Longo, presidente di Mio (movimento imprese ospitalità) Sicilia, nonché titolare del ristorante Salmoriglio, in corso Vittorio Emanuele: "Un bell'evento sportivo per la città di Palermo diventa occasione per l'ennesima restrizione dopo due anni di pandemia e la contingenza degli aumenti dovuti alla guerra. Siamo soffocati, ma forse ciò non è chiaro all'amministrazione comunale e al questore. C'è una totale di assenza di immedesimazione nella categoria. Se occorre tutelare l'ordine pubblico e bisogna imporre delle limitazioni - continua Longo - non è più possibile farlo senza un risarcimento alle imprese: molte sono fallite e molte sono in procinto di fallire e si stanno perdendo migliaia di posti di lavoro". Infine Longo si chiede: "Perché massacrare sempre il centro storico? Al di là di quell'area, si possono bere alcolici senza limiti?". E spiega anche perché, a suo avviso, l'ordinanza è destinata a penalizzare pure i ristoratori. "Senza la possibilità di bere un drink dopo la mezzanotte e con lo stop all'asporto si svuota il centro storico per due sere".