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Cronaca Chiusa Sclafani

L'inchiesta Montagna e quei lavori nella scuola palermitana: annullati due arresti

Vincenzo e Salvatore Pellitteri, padre e figlio di 65 e 25 anni, di Chiusa Sclafani, sono accusati di aver commesso un’estorsione ai danni dell'impresa che gestiva il cantiere. Il tribunale del riesame ha annullato l'arresto

Il tribunale del riesame ha annullato l'arresto per Vincenzo e Salvatore Pellitteri, padre e figlio di 65 e 25 anni, di Chiusa Sclafani, arrestati nel corso dell'operazione Montagna lo scorso 22 gennaio. Sono accusati, insieme a Calogerino Giambrone e altri due indagati, Giuseppe Vella e Giuseppe Luciano Spoto, di avere commesso un’estorsione ai danni di una impresa di Favara che stava facendo un lavoro nel Comune del Palermitano: avrebbero imposto l’assunzione di Salvatore Pellitteri nel cantiere aperto per ristrutturare una scuola.

L'operazione Montagna condotta dalla Dda di Palermo e dai carabinieri del reparto operativo di Agrigento, che ha dato vita all'omonima inchiesta, ha disarticolato, con 56 arresti, le famiglie mafiose di un ampio versante del territorio. In provincia di Palermo sono finiti in carcere Franco D’Ugo (53 anni, nato e residente a Palazzo Adriano), considerato esponente della famiglia mafiosa di Palazzo Adriano, Salvatore Filippo Giacomo Di Gangi (76 anni, nato a Polizzi Generosa e residente a Sciacca), considerato reggente del mandamento di Sciacca, Giovanni Gattuso (62 anni, nato e residente a Castronovo di Sicilia), considerato reggente della famiglia mafiosa di Castronovo di Sicilia, Alessandro Geraci (32 anni, nato e residente a Petralia Sottana), Antonio Giovanni Maranto  (53 anni, nato a Polizzi Generosa e residente a Castellana Sicula), ritenuto reggente del mandamento di San Mauro Castelverde, Pietro Paolo Masaracchia (67 anni, nato e residente a Palazzo Adriano), Vincenzo Pellittieri (66 anni, nato e residente a Chiusa Sclafani), considerato esponente della famiglia mafiosa di Chiusa Sclafani, Salvatore Pellittieri  (26 anni, nato a Palazzo Adriano e residente a Chiusa Sclafani). Agli arresti domiciliari Adolfo Albanese (71 anni, nato a Petralia Sottana ma residente a Caltavuturo). Su di loro il mandamento della “Montagna” (da cui gli inquirenti prendono spunto per dare un nome all’operazione) sapeva di potere contare.

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