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Cronaca Termini Imerese

Sogni, bugie e perversioni dietro l'omicidio La Duca: "Mi appare come un santo per farmi pentire..."

Le intercettazioni tra Luana Cammalleri e l'amante Pietro Ferrara, che avrebbero ucciso l'uomo - che chiamavano "la bestia" - scomparso il 31 gennaio del 2019. "Noi quel giorno non ci siamo mai visti", dicevano. Avrebbero anche avuto delle utenze segrete per comunicare e avrebbero alzato il volume dello stereo per impedire di essere ascoltati

Sogni e perversioni, bugie e timori. C'è anche questo dietro alle accuse mosse dalla Procura contro Luana Cammalleri e l'amante Pietro Ferrara, in relazione all'omicidio di Carlo Domenico La Duca, che i due indagati - rispettivamente moglie e miglior amico dell'uomo -, avrebbero chiamato "la bestia". Non è chiaro come sarebbe stato ucciso l'uomo, scomparso nel nulla il 31 gennaio del 2019, ma per gli inquirenti è certo che sarebbe stato ammazzato quel giorno stesso e che, nonostante si stesse separando dalla moglie, sarebbe stato un ostacolo alla relazione clandestina, che sarebbe andata avanti da anni.

Nell'ordinanza del gip Marco Gaeta emergono i retroscena che hanno portato all'arresto dei due e viene fuori che la donna avrebbe sognato spesso il marito scomparso, ma pure di essere arrestata dai carabinieri, cose a cui gli indagati avrebbero attribuito anche una valenza premonitoria. I militari, coordinati dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile, hanno dovuto annotare anche le macabre fantasie erotiche degli amanti: una decina di giorni dopo la scomparsa di La Duca, per esempio, i due avrebbero immaginato un incontro in cui la donna avrebbe indossato la camicia di seta ed il gilet che il marito portava il giorno del loro matrimonio e che Ferrara le avrebbe strappato di dosso gli indumenti prima di distruggerli.

Le minacce, i cani uccisi e la tresca: perché Carlo è stato ammazzato?

Indizi e suggestioni che gli investigatori agganciano però a dati molto più concreti: la paura costante dei due di essere intercettati, l'attivazione di numeri segreti, l'abitudine di alzare il volume dello stereo per coprire le conversazioni, ma anche la decisione di concordare le dichiarazioni da fare ai pm, negando fermamente di essersi visti il 31 gennaio del 2019 (cosa che invece sarebbe avvenuta), per esempio. E poi le informazioni sul tragitto compiuto dalla vittima quel giorno grazie al Gps installato sulla sua auto, le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza che mostrerebbero che quella mattina, dopo essersi fermato a Ciaculli a casa del suo miglior amico, dietro alla macchina di La Duca ci sarebbe stata quella di sua moglie.

Gli strani silenzi ed i sospetti su Pietro Ferrara

Secondo gli investigatori, Ferrara avrebbe taciuto dell'incontro con l'amico fino alla sera del primo febbraio 2019, quando aveva saputo che sia sua moglie che la nuova compagna della vittima, non solo si erano preoccupate per la scomparsa, telefonandosi più volte, ma ne avrebbero anche parlato con i carabinieri. Aveva poi argomentato il suo silenzio spiegando che La Duca avrebbe voluto incontrarlo segretamente per confidargli di alcuni problemi nel suo rapporto con la nuova compagna, invitandolo a non parlarne con sua moglie. Una spiegazione falsa, secondo i pm, perché la nuova compagna avrebbe saputo che La Duca doveva vedere l'amico prima di andare da lei quella mattina. Per gli inquirenti, Ferrara ha "mentito sistematicamente", anche quando avrebbe parlato in tv della vittima come di un "fratello", mentre - rimarcano i carabinieri - da anni ne avrebbe tradito la fiducia quotidianamente, intrattenendo la relazione clandestina con Luana Cammalleri.

Il cellulare di La Duca con la modalità aereo

E' stato rilevato anche un "comportamento anomalo" di La Duca durante il tragitto da casa sua a Ciaculli il giorno della scomparsa: l'inserimento della modalità aereo nel cellulare. La nuova compagna dell'uomo ha detto che l'avrebbe fatto per non essere disturbato durante l'incontro con Ferrara, perché avrebbe voluto registrare la conversazione. Alla nuova compagna, inoltre, La Duca avrebbe raccontato che Ferrara avrebbe perso la testa per un'altra donna e che lui avrebbe voluto riportarlo sulla retta via. E se La Duca avesse invece scoperto la relazione tra il miglior amico e la moglie e avesse voluto raccogliere prove? E' questo che ipotizzano gli inquirenti.

Le bugie e i dubbi su Luana Cammalleri

Cammalleri ha sempre dichiarato di non essere stata a Palermo il giorno della scomparsa del marito, ma di essere stata a Termini Imerese dalla madre con i figli che stavano male e non erano andati a scuola. Falso, dice la Procura: alle 11.32 del 31 gennaio 2019 il suo cellulare avrebbe infatti agganciato una cella in via Conceria e poi in viale Regione Siciliana, dunque a Palermo, e poi a Villabate e infine Termini. Dalle 11.32 di quel giorno, sostiene l'accusa, la donna si sarebbe trovata dunque sul percorso che collega la città a Termini. E a Palermo l'indagata sarebbe venuta anche il pomeriggio successivo, alle 16.17, quando avrebbe incontrato l'amante a Ciaculli.

"Noi quel giorno non ci siamo mai visti"

Gli indagati avrebbero concordato di non dichiarare mai di essersi visti quel giorno a Palermo. Il 4 marzo 2019 è Ferrara a dire: "Fatta la legge si trova l'inganno, tranquilla, vita, noi quel giorno non ci siamo mai visti" e Cammalleri replica: "In quel giorno non ci siamo mai visti... 'Aveva l'appuntamento con Piero, lei ne sapeva niente?'. Io all'impatto ho fatto finta di rimanere di ghiaccio, ho detto: 'No'". Consapevoli di poter essere intercettati e che i loro movimenti avrebbero comunque potuto essere ricostuiti, i due avrebbero così concordato una versione da dare eventualmente agli investigatori: mentre Ferrara stava andando a prendere del concime per gli animali, era rimasto senza benzina e aveva chiesto aiuto a Cammalleri, che l'aveva accompagnato a prendere la benzina e l'aveva poi seguito sino a Ciaculli per poi tornare a casa.

Video e intercettazioni: "La scelta che ha fatto lui..."

"Spegni i telefoni e accendi la radio"

Gli amanti, sempre per schivare le intercettazioni secondo la Procura, avrebbero poi attivato due utenze riservate per comunicare. E avrebbero alzato il volume della radio per evitare intercettazioni ambientali. "Anche su da casa tu avrai microspie ovunque, quindi quando magari ci sentiamo accendi sterei, accendi quello che cazzo vuoi e ti vai a infilare nel buco più...", diceva Ferrara. E ancora: "Spegni prima di partire da casa", "spegni i telefoni e accendi la radio". Cammalleri, il 28 maggio del 2020, affermava: "Perché se no a loro (i carabinieri, ndr) non gli arriva niente, per questo una persona gli disse a mio padre: 'Quando si parla al telefono si accende lo stereo e si aumenta lo stereo' così loro hanno problemi di linea".

La microspia ritrovata e bruciata dall'indagato

Proprio il 28 maggio 2020 Ferrara sarebbe stato informato dal suo elettrauto che sulla sua macchina c'era una microspia, che l'indagato avrebbe poi bruciato. L'agitazione sarebbe stata quindi ai massimi livelli, anche se Ferrara parlando al telefono alla fine si sarebbe tranquillizzato, escludendo che potesse essere un fatto legato alle indagini sulla scomparsa di La Duca: "Se fossero stati gli sbirri, a quest'ora ci avrebbero saldato, ci avrebbero infilato là dentro, avrebbero saldato le bacchette di ferro... E poi fatta dagli sbirri così, troppo pulita! Troppo con perdita di tempo, troppo!".

I sogni di Luana: "Carlo mi chiedeva dove era stato finora..."

Una parte importante nella ricostruzione indiziaria della Procura hanno i sogni di Luana Cammalleri. Il 5 giugno 2019 la donna raccontava all'amante di aver sognato il marito scomparso, che ritornava, ma aveva perduto la memoria e le chiedeva dove fosse stato sino ad allora. Ferrara si preoccupava, perché nulla avrebbe dovuto essere riferito sulla vicenda neppure nei sogni: "Ma tu come hai risposto?", chiedeva alla donna e lei lo rassicurava: "No, no, no, no, io non gli... perché poi lui, guardandomi sempre negli occhi... Qua fuori nel cementato mi diceva: 'Tu me lo devi fare capire dove sono stato' e io gli dicevo: 'Ma se fosti tu a fare la tua decisione, come faccio io a sapere dove fossi e come ci sei andato a finire?'". Ferrara si mostrava sollevato: "Va bene, meno male". Lei proseguiva: "La decisione che ha fatto lui, lo sa, perché quando lui ha fatto questa domanda me la faceva, sai con quel sorrisino che lui aveva quando ti parlava e ti prendeva per il culo? Mi guardava, mi rideva".

"Mi appare come un angelo e vuole farmi sentire in colpa"

Ferrara sosteneva poi sempre in relazione ai sogni dell'amante che "si servono della sua figura per sapere di più, per saperlo dalla tua bocca però" e Cammalleri: "Per sapere sì, per sapere la sua scelta che ha fatto...". L'indagato ribadiva: "Te lo ripeto di nuovo perché evidentemente tu non l'hai capito: non è lui che fa le domande... altri vogliono sapere". La Duca sarebbe apparso alla moglie come un angelo, come una persona buona e questo, secondo gli indagati, sarebbe servito per fare venire dei sensi di colpa alla moglie. "Invece di venire a romperti i coglioni perché la persona cattiva, quella che era - diceva Cammalleri - in questo momento è per i cazzi suoi, decisione sua e tutto, ora lui mi viene in senso, sempre nel cervello, nei sogni... Era un angelo lui e secondo lui mi vuole fare sentire in colpa di tutto quello che c'è stato... Che la tinta sono io ed il buono era lui".

"Si mostra come un santo, ma tu non devi cadere nella sua trappola"

Ferrara chiedeva poi alla donna: "Ma non è che sei pentita?" e lei: "Io no, vita, però quello che mi dà fastidio che anche la notte perché è la notte, il giorno è perché ne sento parlare... ha un periodo, minchia, che quel cervello proprio è sempre per i cazzi suoi... E Cristo spicciati, non ci rompere più la minchia vattene dov'è che sei, lasciami vivere". Ferrara chiosava: "Il suo scopo adesso sai qual è? Di farti sentire in colpa, di sballare con il cervello e di commettere qualche fesseria su te stessa, pentita di quello che hai fatto, devi stare attenta, non devi cadere nelle sue trappole, lui si fa vedere come un santo, ti vuole far pentire di quello che tu hai pensato". Cammalleri avrebbe sognato più volte anche i carabinieri che venivano ad arrestarla e quando capitava questo avrebbe suscitato molta agitazione tra gli indagati, convinti che potesse essere un segnale.

Le macabre fantasie erotiche

Secondo la Procura, una decina di giorni dopo la scomparsa di La Duca gli amanti avrebbero fantasticato dei loro incontri sessuali: lei avrebbe indossato la camicia di seta ed il gilet portati dal marito il giorno del loro matrimonio e Ferrara glieli avrebbe strappati. Degli indumenti i due avrebbero poi voluto servirsi per pulirsi le parti intime dopo il rapporto: "Non ce ne fotte niente, poi, quando finiamo - diceva Ferrara - tu ti ci pulisci di sotto... Li metto in un sacchetto e poi gli do fuoco, se non si strappano - aggiungeva ridendo - li riutilizziamo".

Il viaggio di Carlo La Duca il giorno della scomparsa

Gli investigatori hanno poi riscotruito i movimenti compiuti quella mattina dalla vittima. Carlo La Duca sarebbe partito da casa sua alle 8.07 e la sua prima sosta sarebbe stata a casa di Ferrara, a Ciaculli, alle 8.56. Qui l'auto sarebbe rimasta ferma fino alle 10.48. Sarebbe stata poi intercettata vicino alla rotonda di viale Michelangelo alle 11.15 e poi in viale Regione all'altezza di via Minutilla alle 11.22. Ma a guidarla, per la Procura, non sarebbe stato La Duca. Andando via da Ciaculli, per gli inquirenti, l'auto della vittima anziché percorrere il tragitto più breve, immettendosi subito su via Ciaculli e poi in viale Regione, avrebbe seguito un percorso più lungo, attraversando un labirinto di viuzze - dove solo chi conosce quella zona può non perdersi - per arrivare poi fino a piazza Figurella a Villabate. Una strada che non sarebbe mai stata percorsa da La Duca, ma che invece sarebbe stata solitamente percorsa da Ferrara.

Telefoni spenti e nessun contatto tra i due la mattina della sparizione

In base a complesse ricostruzioni tecniche, l'auto di Cammalleri sarebbe stata in coda a quella del marito quel giorno, anche se lei aveva negato di essere stata a Palermo (ma il suo cellulare avrebbe agganciato celle in città). Un altro dato molto strano per gli inquirenti è il silenzio totale, senza neppure agganciare una cella, dei telefonini dei due indagati quella mattina, tra le 8.56 e le 11.22. Il primo segnale sarebbe alle 12.12 e, considerato che in un mese, tra il primo gennaio e il primo febbraio del 2018, tra i due vi sarebbero stati 9 mila contatti, di giorno come di notte, quel silenzio assumerebbe contorni ancora più sospetti. Il 31 gennaio del 2019, Cammalleri e Ferrara si sarebbero sentiti soltanto alle 7.44, alle 8.05 e alle 8.28, e poi di nuovo alle 12.12.

I pm: "Movente nitido, l'uomo era un ostacolo alla loro relazione"

La modalità con cui La Duca sarebbe stato ucciso non è nota, ma per gli inquirenti il movente dell'omicidio "emerge con disarmante nitidezza: un coacervo di interessi personali, famigliari ed economici avevano reso per Ferrara e Cammalleri la morte di La Duca un evento che avrebbe semplificato enormemente il loro progetto di futuro insieme", si legge nell'ordinanza. Cammalleri aveva denunciato La Duca per maltrattamenti e si stava separando da lui, la vittima era titolare di un'attività economica di cui gli amanti avrebbero voluto impossessarsi, inoltre La Duca era considerato cattivo, spregevole, dai due, anche perché avrebbe fatto del male all'indagata. Stamattina gli amanti hanno deciso di non rispondere alle domande del gip e non hanno dunque fornito elementi per una ricostruzione alternativa dei fatti. I loro avvocati, Giovanni Marchese e Accursio Gagliardo, hanno però dichiarato che "i nostri clienti sono estranei ai fatti".

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