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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Libertà / Via Giuseppe Pipitone Federico

Trentun'anni fa il boato: Palermo ricorda l'omicidio Chinnici

Corone di fiori sono state deposte sul luogo dell'eccidio dov'erano presenti, tra gli altri, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone e il sindaco Leoluca Orlando. La figlia Caterina, eurodeputata del Pd: "Mio padre non è stato ben compreso e fu isolato"

Era il 29 luglio 1983 quando una Fiat 127 esplose in via Pipitone Federico, azionata dalla mano di Antonino Madonia per conto di Cosa nostra. A perdere la vita furono il magistrato Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi. Trentuno anni dopo Palermo ricorda la strage di via Pipitone Federico.

Corone di fiori sono state deposte sul luogo dell'eccidio dov'erano presenti, tra gli altri, la figlia del giudice, Caterina Chinnici, eurodeputata del Pd, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, il sindaco Leoluca Orlando, il procuratore generale Roberto Scarpinato, il prorcuatore Francesco Messineo, e numerosi rappresentati delle forze dell'ordine e vertici militari. Una messa è stata poi celebrata a San Giacomo dei militari, all'interno della caserma Dalla Chiesa, sede del comando regionale dei carabinieri.

Così Caterina Chinnici, ha ricordato il padre, ideatore del pool antimafia: "Mio padre, in un periodo storico in cui era difficile parlare di mafia, con il suo impegno ha dato un impulso alla giustizia rendendo il suo lavoro ancora oggi attuale. Non è stato ben compreso e si è ritrovato in isolamento. Non era solo un magistrato, era un uomo dotato di profonda generosità".

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