La rapina e l'omicidio dell'anziano Mike Nepa a Terrasini, la Procura chiede tre ergastoli
I pm hanno invocato anche una condanna a 25 anni per un quarto imputato. Il colpo finito male avvenne il 9 settembre del 2019 e secondo l'accusa la vittima, legata e imbavagliata, sarebbe morta per lo spavento. Il bottino da circa 300 mila euro non è mai stato ritrovato
Tre ergastoli e una condanna a 25 anni di reclusione. Sono pesantissime le richieste della Procura in relazione alla rapina e all'omicidio (con dolo eventuale) di Mike Nepa, l'anziano aggredito e ucciso nella sua abitazione di Terrasini il 9 settembre del 2019.
Davanti alla prima sezione della Corte d'Assise presieduta da Sergio Gulotta sono imputati Donald Cucchiara Di Leo, Gaspare Polizzi, Dario La Perna e Francesco Lo Piccolo: per i primi tre il procuratore aggiunto Ennio Petrigni ed i sostituti Luisa Bettiol e Giulia Beux hanno invocato il carcere a vita, mentre per il quarto una pena di 25 anni.
In base alla ricostruzione degli investigatori, i quattro sarebbero entrati nella casa di via Venezia in cui viveva l'anziano e avrebbero portato via da un baule almeno 300 mila euro. Bottino che, però, non è mai stato ritrovato. La vittima, che era affetta da diverse patologie, non sarebbe sopravvissuta allo spavento, anche perché Nepa era stato immobilizzato dai banditi e gli sarebbe stata tappata la bocca con del nastro adesivo, impedendogli dunque di respirare regolarmente.
Lo Piccolo, Polizzi e La Perna, assistiti tra gli altri dagli avvocati Umberto Seminara e Giuseppe Brancato, avevano ammesso le loro responsabilità davanti al gip Marco Gaeta, dopo essere stati arrestati a maggio dell'anno scorso. Di Leo si era invece avvalso della facoltà di non rispondere. Lo Piccolo aveva comunque precisato davanti al giudice che "dovevamo fare solo un furto, non dovevamo ammazzare nessuno".
Contro gli imputati ci sono anche delle intercettazioni e in una di esse Lo Piccolo descriveva proprio la morte dell'anziano: "L'omicidio c'è! Infatti poi ci ficiru i cose... Muriu soffocato preciso, è omicidio! Non se la firò a fare e l'ammazzò... Ci rissi: 'Malato... avia iutu p'a gola accussì faceva... picchì un lu lassi respirare! Pigghialu bonu, levacilla! Pigghia e ci mette a mano" e poi aggiungeva: "Ma il naso era libero... e idda proprio u iuccau, mancu u sapeva iu però! Pi tuccarlo un poco respira, 'fallo respirare'". Infine diceva: "Si scantò, minchia, 1.200 euro in sacchietta avia!".
La Procura ha anche acquisito le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che avrebbero immortalato l'auto di La Perna, una Volkswagen grigia, nella zona di via Venezia e in un orario compatibile con la rapina finita male. In più sarebbero state ritrovate le tracce del dna di Lo Piccolo e Polizzi nella stanza da letto della vittima, "sulla corda bianca in corrispondenza del tronco superiore della vittima, sul nastro adesivo di carta, sui guanti in lattice accanto al letto" e sotto l'unghia del pollice della mano destra della vittima.
Nelle prossime settimane la parola passerà ai difensori degli imputati, mentre oggi, dopo la requisitoria, ha discusso anche l'avvocato delle parti civili, che assiste due fratelli di Nepa che vivono negli Stati Uniti.