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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Terrasini

"Anziano rapinato in casa e morto per lo spavento a Terrasini", inflitte quattro condanne

La Corte d'Assise ha deciso di riqualificare il delitto di Mike Nepa, avvenuto nella notte del 9 settembre 2019 in via Venezia, in omicidio preterintenzionale: al posto dell'ergastolo chiesto dalla Procura, gli imputati sconteranno pene tra i 12 e i 13 anni. Avrebbero portato via un bottino di almeno 300 mila euro che però non è mai stato ritrovato

Sarebbe morto per la paura, quando nella notte del 9 settembre del 2019, si era visto piombare nella sua casa di Terrasini quattro rapinatori, che l'avevano legato ed imbavagliato. Adesso la prima sezione della Corte d'Assise presieduta da Sergio Gulotta per l'omicidio e la rapina ai danni dell'anziano Mike Nepa (nella foto) ha deciso di condannare a 13 anni di carcere ciascuno Donald Chucchiara Di Leo e Dario La Perna, e a 12 anni e un mese di reclusione a testa Gaspare Polizzi e Francesco Lo Piccolo. I giudici hanno deciso di riqualificare il delitto come omicidio preterintenzionale, al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato.

Le richieste del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dei sostituti Luisa Bettiol e Giulia Beux sono state quindi accolte soltanto in parte: i pm avevano infatti invocato l'ergastolo per Cucchiara Di Leo, Polizzi e La Perna e 25 anni di reclusione per Lo Piccolo. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Umberto Seminara, Giuseppe Brancato, Pietro Piazza e Umberto Coppola.

Per i due fratelli della vittima, residenti negli Stati Uniti e parte civile nel processo, i giudici hanno disposto una provvisionale di 15 mila euro ciascuno, oltre alla quantificazione precisa del danno davanti al tribunale competente.

Terrasin-Mike-Nepa-2I quattro, secondo l'accusa, sarebbero entrati nella casa di via Venezia in cui viveva la vittima e avrebbero portato via un baule con almeno 300 mila euro, un bottino che tuttavia non è mai stato ritrovato. L'anziano, affetto da diverse patologie, non sarebbe sopravvissuto allo spavento: sarebbe stato immobilizzato dai banditi e gli sarebbe stata tappata la bocca con del nastro adesivo, impedendogli di respirare regolarmente.

Lo Piccolo, Polizzi e La Perna avevano ammesso le loro responsabilità davanti al gip Marco Gaeta, dopo essere stati arrestati a maggio dell'anno scorso. Di Leo si era invece avvalso della facoltà di non rispondere. Lo Piccolo aveva comunque precisato davanti al giudice "dovevamo fare solo un furto, non dovevamo ammazzare nessuno".

Contro gli imputati ci sono anche delle intercettazioni e in una di esse Lo Piccolo descriveva proprio la morte dell'anziano: "L'omicidio c'è! Infatti poi ci ficiru i cose... Muriu soffocato preciso, è omicidio! Non se la firò a fare e l'ammazzò... Ci rissi: 'Malato... avia iutu p'a gola accussì faceva... picchì un lu lassi respirare! Pigghialu bonu, levacilla! Pigghia e ci mette a mano" e poi aggiungeva: "Ma il naso era libero... e idda proprio u iuccau, mancu u sapeva iu però! Pi tuccarlo un poco respira, 'fallo respirare'". Infine affermava: "Si scantò, minchia, 1.200 euro in sacchietta avia!".

La Procura, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, aveva anche acquisito le immagini di alcune telecamere di sorveglianza che avrebbero immortalato l'auto di La Perna, una Volkswagen grigia, nella zona di via Venezia e in un orario compatibile con la rapina finita male. In più sarebbero state ritrovate le tracce del dna di Lo Piccolo e Polizzi nella stanza da letto della vittima, "sulla corda bianca in corrispondenza del tronco superiore della vittima, sul nastro adesivo di carta, sui guanti in lattice accanto al letto" e sotto l'unghia del pollice della mano destra della vittima.

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